Storia di Roma di Ettore Pais
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CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
punica ed alla presa di Siracusa era rimasta in parte ancora la regione piìi civile e più bella di Occidente, doveva essa stessa esercitare un grande fascino sull'animo di Ciucio Alimento, di Catone, di Cal-purnio Pisone, che in codesta isola si erano dovuti recare come magistrati del popolo romano. (') Gli storici della Sicilia, come Timeo, ebbero sui Romani quella stessa efficacia die rispetto alle più antiche dottrine morali, filosofiche, giuridiche ebbe il tardo pitagorismo di Taranto. I primi storici dovettero leggere ed ammirare Timeo, allo stesso modo che Appio Claudio aveva accolti i germi delle dottrine, che una generazione prima di lui aveva professate il tarantino Archita. (1) Ma l'assimilazione di codesti autori non po-
erano " bonae et siacerao vetustatis libri r ma non ricaviamo se codesta redazione fosse stata fatta in un tempo oltreinodo antico, dacché ò tanto lecito pensare a una doppia redazione greca e latina da parte dello stesso autore, che scrisse pure in latino opere di contenuto sacro (v. s. p. 30, u. 3) ossia ad un procedimento analogo a quello tenuto dal Bembo, quanto ad una versione più o meno posteriore, fatta magari da una persona della stessa gente. E strano che su codesta questione si sia potuto dare qualche peso al plurale * Fahii „ usato da Cicerone, de divin. I, 26, 54 che non vaio più dei * Rulli, Decii, Corvini Cic. Phil. V, 17, 48, dei AóXXoi tXó/opo*. di Plutakco, de tjìor. Ath. 1345, e. Certo è invece elio quando Cicerone parla di Fabio Pittore autore latino, de orai. Il, 12, 51 ; de lei/. I, 2, G, non pensa che al più antico.
(') Ciucio fu praetore in Sicilia nel 210 a. C. e vi restò due anni, v. Liv. XXVI, 28; XVII, 5 sqq. Catone, come è noto, vi fu questore dell'Africano; Cal-purnio Pisone nel 133 a. C. vi combattè gli schiavi. L'uso delle storie di Timeo o di altro storico siciliano da parte di Pisone è forse attestato dalla etimologia d'Italia da ì-caXoi. Varr. d. I. r. II, 1, 9. Gell. NA- XI, 1. L'osservare clic faceva Catone la natura ed il carattere dei paesi che visitava è attestato da molti e noti frammenti delle sue * Origini „.
(') Che il dialogo di Archita con Platone ed il sannita C. Ponzio, Cic. Cut. il lui. 12, 41, dal lato cronologico (all'a. 349 a. C.) non sia possibile e che contenga una finzione sta bene; ma che da ciò si debba arrivare a giudicare spenta la filosofia pitagorica nella Magna Grecia ed a reputare che con Archita tutto fosse finito, non riesco a comprendere. Sotto questo punto, come rispetto alla genesi del iieopitagoreismo romano, credo non abbiano interamente colpito nel segno i recenti storici della storia della filosofia, a partire dallo Zeller sino allo Schmeckel nel libro del resto pregevolissimo: die Philosopliie der miltleren Stoa (Berlin, 1892). Sull'efficacia assai antica della filosofia pitagorica presso i Sanniti come presso i Romani avremo agio di discorrere nel corso dell'opera. Qui basti avere accennato al problema.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (69/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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