Storia di Roma di Ettore Pais

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      GLI ANNALISTI LATINI E GLI STORICI SICILIANI.
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      te va farsi ad 1111 tratto. Occorreva del tempo prima che in uomini, più atti a maneggiare la spada che la penna, si destassero e svolgessero vere e proprie attitudini letterarie. Perciò, pur trascrivendo il materiale ellenico e pur imitando opere di grande valore letterario, come quelle di Timeo, non poterono far di meglio che tentare il genere più semplice della prosa greca e riprodurre nel suolo romano quella che da molto tempo era una forma arcaica della letteratura greca e che anche quivi veniva mantenuta sino ad età posteriore più per ragioni di indole sacra che letteraria.
      La forma di codesti annali era pressoché schematica. In essi si faceva menzione dei nuovi magistrati entrati anno per anno in carica, dei prodigi denunziati ed espiati, dei duci, delle gesta militari indicate in ordine strettamente cronologico; seguiva poi la notizia del trionfo, e la enumerazione delle gesta deiranno era chiusa dal ricordo delle leggi presentate ed approvate. (') I difetti di codesta compilazione uniforme, che era ben lontana dall'essere vera storia, si presentavano tanto agli occhi di Catone (•) quanto, qualche decennio dopo, a quelli di Sempronio Asellione, il quale mirava a scrivere una vera storia prammatica, in cui degli avvenimenti fosse cercata la ragione. (3) L'esame di qualche frammento di Fabio Pittore e di
      (') Il punto di confronto fra gli " annales „ Romani e la logografia dei Greci ò notato anche dallo stesso Cicerone, de orat. II, 53, cfr. Dionys. Hal. I, 7. Con gli annali romani vanno naturalmente confrontate anche le Atthides. Lo schema degli " annales, „ che è facile ristabilire leggendo gli stessi libri di Livio è indicato con tutta chiarezza da Sempronio Asellione apd Gell. XA. V, 18, cfr. Cat. apd Gell. II, 28, 6. L'indicazione dei prodigi era parte fondamentale anche delle Atthides. Esempio cospicuo porge Filocoro, anche egli pubblico sacerdote dello stato, chiamato a riferire sul valore dei segni celesti, da lui indicati anno per anno v. fr. 146 in M. FllG. I, p. 40S sq. Tali prodigi vengono enunciati qua e Ih in varie opere storiche greche a noi pervenute in modo da ricordare assai gli annali romani, v. ad es. Tucc. II, 28; IV, 52. Philist. apd Cic. de dirin. I, 73. Diod. XV, 53. Plut. Dion. 24. Plut. Alex. 73. Iust. 33, 4. Ael. VII. XII, 57.
      {*) Cat. apd Gell. II, 86, 4.
      (*) Sempr. Asell. apd Gell. XA. V, 18 " scribere autem bellini) initum quo consule et quo confectum sit et qnis triumphans introierit... id fabulas pueris est narrare non historias scribere „ e poco prima " nobis non modo satis esse video quod factum esset id pronuntiare sed etiani quo Consilio quaque ratione gesta essent deuionstrare „.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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