Storia di Roma di Ettore Pais
CASSIO EMINA, CALPURNIO PISONE, CELIO ANT1PATRO.
55
accennato. In Cassio Emina ò notevole una certa tendenza a tener presenti dati sincroni ellenici; (') Calpurnio poneva qualche cura nel riordinare la cronologia (-) ed a rendere più razionale la piìi antica e favolosa storia della Città, ma dall'altro canto vedremo come egli contribuisse a renderla ancor più favolosa. (J)
A questi annalisti, che sebbene avessero estesa la loro vita alla seconda metà del II secolo, venivano sempre enumerati fra i più antichi storici nazionali, tiene dietro è vero qualche scrittore come Gellio, "»l quale, almeno rispetto al contenuto mitico ed alla povertà del dettato, non sembra differire da loro; ma succede in pari tempo una serie non piccola di autori, che rispetto alla forma ed al contenuto si posero per una via alquanto diversa. Stando al giudizio di Cicerone, Celio Antipatro, coetaneo del resto di Calpurnio Pisone, senza raggiungere un'altezza veramente notevole nell'arte dello scrivere, avrebbe superato i predecessori, (') I frammenti che sono a noi pervenuti provano però purtroppo, quanto poco fecondi fossero stati gli insegnamenti di Polibio, il quale se rispetto alla storia antica era tutt'altro che una autorità e si limitava alla sua volta a ripetere su pei- giù ciò che aveva trovato ora in Catone ora in Fabio, per tutto quanto si riferisce alla moderna, tanto ai Romani quanto a suoi connazionali aveva offerto un modello insuperabile di moltiforme dottrina e di sapienza politica. Dal lato stilistico però lo scrittore megalopolitano era ben lungi dall'esercitare una grande attrattiva, e l'opera sua diretta ad uomini di stato ed a filosofi non era realmente
(l) Ciò vale, dato che al nostro Cassio appartengano realmente i framm. 1, S, P.
(*) Rispetto alla cronologia dei Tarquini v. oltre al cap. III.
(3) Lo prova la storiella di Curzio, un fatterello suggerito da vicende avvenute secondo altri nel 445, ovvero nel 362 a. C., da Pisone riferito invece al tempo di Romolo. Varr. d. I. L. V, 14S; Ltv. VII, 6.
(4) La povertà del pensiero di Gellio è indicata ad es. dal fr. 7 P = Sol. 1, 7; Cicerone, de leg. I, 2, 6 mostra di farne non molto caso. Dionisio, VI, 11; VII, 1 lo cita invece insieme a Licinio Macro e Valerio Anziate come uno dei più notevoli annalisti. Intorno ad annalisti, come Vennonio che Cicerone, ad Alt. XII, 3, 1, mostrava di tenere in conto, e C. Sempronio Tuditano, che era per giunta un trattatista della costituzione nazionale giudicato dotto ed eloquente. Cic. Brut. 25, 95, Dionys. I, 11 sq., noi non siamo in grado di formulare un esatto giudizio.
(s) Cic. de leg. I, 2, 6, Brut. 26, 102.
| |
Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
|
Pagina (78/656)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Cassio Emina Calpurnio Città Gellio Cicerone Celio Antipatro Calpurnio Pisone Polibio Catone Fabio Romani Cassio Rispetto Tarquini Curzio Pisone Romolo Ltv Gellio Sol Cicerone Licinio Macro Valerio Anziate Vennonio Cicerone Alt Sempronio Tuditano Dionys Cic Brut Stando Varr Dionisio Cic Brut
|