Storia di Roma di Ettore Pais
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CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
adatta a chi andasse in cerca di piacevoli letture. Celio Antipatro seguiva appunto quei modelli che da Polibio erano biasimati, riempiva le sue storie di frottole, di sogni e di miracoli, ripeteva le vecchie leggende senza curarsi punto del loro valore storico. Cosi ad es. mentre si sapeva che la navigazione di Scipione dalla Sicilia in Africa era stata prospera e tranquilla, egli pur di divertire i suoi lettori, inventava una tempesta durante la quale i Romani sarebbero stati atterriti da mille prodigi. (') Celio scrisse la storia delle seconde guerre puniche e non si occupò di proposito dell'argomento che esaminiamo in questo volume. ('-') Tuttavia non è inoppoituno ricordare anche qui, quale fosse l'uomo che, secondo Cicerone, aveva rinnovato con i suoi ornamenti la storiografìa, (*) che riuscì nel fatto ad ottenere fra i suoi largo ed ampio seguito e ad inaugurare, per così dire, una nuova scuola storica, destinata pur troppo ad accrescere le mende e le lacune della antica annalistica. (4)
La parziale trasformazione della storiografia nazionale romana non era del resto causata dalla esclusiva efficacia retorica di questi scrittori, ma anche dal trionfo completo di quella cultura greca che Catone aveva per 1' innanzi così osteggiata. La cacciata dei filosofi del 161 a. C. non valse più di quella del 155 ad impedire che nella capitale del mondo politico penetrasse a larghi rivi tutto quanto l'ellenismo. Uomini come Catone e Calpurnio Pisone, ovvero Fannio, (5) potevano resistere in qualche modo a questa invadente efficacia, facendo una selezione di ciò che la cultura straniera insegnava. Ma la maggioranza dei colti romani, sopratutto dopo la vit-
(') Liv. XXIX, 27; cfr. ih. poco innanzi 25, 1.
( ) Aveva però occasione di accennarvi, come prova la storia della " instauralo Indorimi, „ riferita alla guerra latina. Cic. de dici». I, 26, 55.
(3) Cic. de orat. II, 12, 54, * celeri non cxornatores rerum, sed tantum narratores fuerunt r.
(4) II giudizio che di Celio si dà ad es. nell'opera del Teuffel-Schwabk, P, § 137 a me sembra troppo favorevole. Le leggende e gli elementi etnografici di cui faceva pompa, erano roba greca, v. ad es. Cic. de divin. I, 24, 29, cfr. la mia memoria il porlo di Satiro negli Studi Hai. d. filol. class. V, (1897).
(J) Circa al rigido ed onesto carattere morale dell'annalista Pisone v. ad es. Cic. pr. Font ciò, 17 sq. Su Fannio genero di Lelio, Cic. Brut. 26, 101.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (79/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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