Storia di Roma di Ettore Pais
TENDENZE RETORICHE DELLA POSTERIORE ANNALISTICA.
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moderni e contemporanei, poteva dare ancora risultati del genere delle opere di Polibio. Ma codeste opere, scritte con una intonazione filosofica ed austera, degna dell'attenzione degli uomini di stato, non soddisfacevano alle esigenze letterarie e tanto meno a quelle della gente avida di letture amene. Cicerone nel trattato sulle leggi, (una delle sue migliori opere in cui, come in quella sullo stato, si inspirò, se non ai più antichi certo ai migliori modelli greci dell'età sua o vicina alla sua, come Polibio e Panezio) mostrandosi ormai deciso a scrivere la storia meno antica della repubblica, osava mettere in ridicolo le solite storielle di Romolo e di Remo che sapeva essere stato escogitate in età posteriore, al pari di tanti altri simili racconti. (') Ma allorquando aveva concepito il disegno di scrivere la storia più vetusta, aveva reputato necessario fare una collezione di aneddoti e di fattarelli greci che rendessero più piacevole il suo racconto. (*) Cicerone in ogni caso considerava la storia come un'opera oratoria, (3) e tutti i suoi giudizi intorno al valore degli annalisti romani non sono mai espressi dal punto di vista del contenuto e del pensiero, bensì della pura forma. (4)
Tanto la storia antica quanto la moderna era del resto caduta in mano di letterati o di persone ligie ad un sistema o ad una data tendenza politica. Essa assumeva il carattere di scrittura ispirata da una determinata tesi, ovvero cercava solo di essere una piacevole composizione letteraria. (5) Queste tendenze, invece di sdoppiarsi, assai spesso si fusero. Teopoinpo nelle sue storie filippiche, pur mirando a fare opera utile alla monarchia macedone, reputava necessari gli episodi e i racconti di miti, su per giù come molto più tardi Teofane di Mitilene, glorificando con tendenza partigiana
(') Cic. d. ìeCosi Cicerone mette in ridicolo le leggende di Egeria di Atto Navio e tante altre, ib. I, 2, 4, cfr. de divin. II, 32, 68; 38, 80: 54. 112 etc.
(-') Plut. Cic. 41 A.avooójisvog 5' d>; Xéys-x: ir)v fritpiov ;.3topiav nsp'.Xapely xaì rcoXXà S'jjijugx'. xtov 'EXXvjvixfòv -/.ai oXto; o'jv^yjiivou; xai ìvtx'JO-X ypi^xi.
(J) Cic. de teff. I, 2, 5.
C) Ctc. de leff. I, 2, 6. de orai. II, 12, 52.
(5) Cfr. Susbmihl, op. cit. I, p. 309 sgg.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (82/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Polibio Polibio Panezio Romolo Remo Cicerone Teofane Mitilene Cic Cicerone Egeria Atto Navio Plut Xéys-x Xapely EXXvjvixfòv Xto Cic Ctc Cfr Cicerone Cosi
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