Storia di Roma di Ettore Pais
IL ROMANZO STORICO IN GRECIA ED A ROMA.
GÌ
dei leggieri romanzi di Aristide, non ostante che avesse preso il solo Clitarco a modello, riusciva, certo anche in grazia della sua elevata posizione politica, a conseguire la reputazione di storico serio ed autorevole. (') E por raggiungere il fine letterario desiderato si sciorinavano tutti i vecchi arnesi di una fredda retorica, a partire dalle concioni sino al creare quelle patetiche e tragiche situazioni che Polibio aveva rimproverate a Filarco e che erano invece oggetto di studio accurato da parte di tutti quegli scrittori, i quali, come i romanzieri moderni, miravano a commuovere l'animo dei lettori. (5) Rispetto alla storia più antica, non v'era miracolo o fantasticheria che non fosse lecito raccontare, (3) e persino gli storici di Siila, di Mario, di Pompeo ricorsero al maraviglioso e all'assurdo, pur di ottener qualche effetto retorico e di divertire i lettori. (')
(') Cic. d. leg. I, 2, 7 * omnis ailhuc nostros scriptores... facile superavit: is tamen... in historia puerile quiddam consectatur et unum Clitarchum ncque prae-terea queinquam de Graecis legisse videatur, eutn tamen velie dumtaxat imitali cet„. Che Sisenna fosse riuscito a conquistarsi nome di storico autorevole prova il fatto che da lui Vairone intitolò il trattato sulla storia, Gell. XA. XVI, 9. 5; che fosse uno dei cittadini più influenti di Roma dice Cicerone stesso. Verr. A. S. IV, 33.
(?) Su Filarco v. Polyb. II, 50. Plut. Tliemist. 32, 4, tbszìp èv xp*YAlessandro v. Plut. Alex. 75, 2. A queste scuole appartenevano del resto scrittori di qualche valore, come Dnride e Democare. L'elemento tragico nell'annalistica romana e messo in rilievo tanto da Plut. Rodi. 9, 15, quanto dallo stesso Dionisio, I, S4. 5px,iatf.y.-?tg psazóv dxor.ia;, cf. IX, 22.
(J) Plut. Tìtes. I, confronta assai giustamente l'opera di quegli storici che, discorrendo dei tempi più antichi, si abbandonarono ad ogni genere di finzione e cercavano l'elemento poetico con quei geografi che all'estremità della terra ponevano belve, ghiacci e tenebre.
(*) Dalla storia del duello di Annibale e di Scipione a Zuma, v. App. Pan. 45 al racconto degli uccelli che precedono l'esercito di Mario, Plut. Mar. 17, Ó; cfr. Alex. 27, dal satiro di Apollonia veduto da Siila, Plut. Syll. 27. alle molte fandonie riferite da Plutarco nella vita di Lucnllo e di Pompeo, abbiamo una lunga serie di assurdità raccontate o da poetastri, autori di poemi epici, o da storici-romanzieri. Il carattere poetico e le finzioni di questi ultimi v. ad es. la storia di Calpurnio in Africa raccontata daEgesianatte M. t'IIG. III, p. 70, fr. 11, cfr. quella riferita da Iuba su Diomede in Africa >1. FHG. ili, p. 472, fr. 23), al pari delle storielle riferite da Celio Antipatro su Scipione, v. Liv. XXIX, 25, provano che i prosatori gareggiavano con i poeti. Si comprende quindi come Cicerone de leg. I, 1. 4 facesse dire ad Attico u atqni multa quaeruntur in Mario fictane
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (84/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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