Storia di Roma di Ettore Pais
LE MEMORIE DOMESTICHE DELLE GENTI PLEBEE.
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Dai tempi di Fabio e di Catone a quelli di Licinio e di Valerio Anziate i monumenti della storia romana, particolarmente quelli relativi all'età anteriore all'assedio gallico, non erano certo cresciuti, ed anche per l'età che giungeva sino a Pirro l'esame del materiale monumentale non poteva porgere che qualche modesta aggiunta. (') Nondimeno stando alle dichiarazioni degli antichi ed a quei confronti che siamo ancora in grado di fare, è evidente che non ci è addirittura proporzione tra la scarsa messe dei primi annalisti e l'immenso materiale dei secondi. Questo fenomeno è ben lungi dal recare sorpresa. Esso si riproduce in tutte le letterature, ed è stato le mille volte notato, come la storiografia medioevale, pure disponendo del medesimo materiale, si vada sempre più estendendo, quanto più ci troviamo di fronte a redazioni meno vicine ai fatti che vengono narrati. 11 materiale autentico in Roma non era cresciuto, ma accanto alle orazioni, alle riflessioni, che erano mezzo acconcio a rendere ampollosa, o come gli antichi dicevano, ad esornare la storia, v'erano ormai le pretese genealogiche delle nuove gentil le quali gareggiavano con le patrizie autentiche e con quelle della nobiltà plebea nell'aver dato alla patria illustri generali ed uomini di stato. Le genti plebee che avevano conseguite le cariche curuli si mostravano talvolta contente di origini meno splendide di quelle del vero patriziato. In molti altri casi però non volevano esser da meno; perciò non mancarono a Roma, come ve ne è poi stata esuberanza negli stati dell'Europa niedioevale e moderna, genealogisti compiacenti pronti a falsificare la storia e la tradizione. E di già
uno storico di secondo ordine, che non era un falsario nel cattivo senso della parola, o diremo che lo era come tutti gli annalisti inspirati a sensi patriotici.
E evidente che alla fama di Licinio ha molto nociuto l'inimicizia di Cicerone, così rispettoso quando parla invece del suo amico Sisenua, v. ad es. Brut. 64, 228, il quale Sisenua da altri era accusato di partigianeria, v. Sall. Iwj. 95, 2. Che Licinio fosse uomo di temperamento duro ed energico (al che del resto accenna anche la sua morte) e non dovesse essere proclive a narrare insipide storielle di amore di tipo greco, mostrerebbero le parole di Cicerone, Brut. 67, 238, dove lo loda, sia pure a denti stretti e con tutte le immaginabili riserve.
(l) Un indizio dell'estensione dell'opera di Valerio Anziate è dato dallo stesso numero dei suoi libri che era per lo meno di settantacinque.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (86/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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