Storia di Roma di Ettore Pais
LE FALSIFICAZIONI DELLE GENTI ROMANE.
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non abbiano avuto ritegno a fingersi false origini e come essi venissero favoriti da Ennio, che se stesso faceva discendere da Nettuno e non era più rigoroso verso i suoi amici. E noto come Àccio i plebei Deci facesse risalire ad Enea; un uomo della gravità e dottrina diquelle che reputava sincere, uno scritto voluminoso, Plin. XII. XXX, 8. Da questo passo risulta tanto la falsificazione che si faceva delle * imagines „ quanto il rapporto loro con interessi materiali. Del resto la relazione fra lo genealogie e le azioni giuridiche e gli interessi patrimoniali ò ampiamente dimostrata dalla nota questione trattata davanti ai centumviri rispetto all'eredità di un Marcello plebeo, Cic. de orat. I, 39, 176.
Le principali famiglie romane, sia patricie che plebee, si abbandonavano a codesto genere di falsificazioni a cominciare dagli Antoni e dagli Autisti sino ai Fabì, agli Inni, ai Pinarì, ai Papiri, ai Tulli, ai Valer», e lo stesso Cicerone che le deride, pretendeva discendere dal re vosco Tullio. Tali falsificazioni durarono naturalmente sino all'impero, in cui si crearono genealogie per adulare imperatori plebei come Vitellio, Subt. 1, Vespasiano, Suf.t. 1, Antonino Pio, Iul. Cap. 1, edi liberti degli imperatori che si facevano di origine regia, ad cs. Acte, l'amante di Nerone, Subt. Xer. 28, Fallante, il liberto di Claudio, Tao. ami. XII, 53. è appena necessario ricordare che le principali e più vetuste famiglie romane collegando le loro origini che quelle degli dei, seguivano un critorio comune a tutta l'antichità. Si pensi alle pretese di Ecateo, che credeva di derivare da Giove, di Alcibiade che asseriva di discendere da Aiace, Plut. Ale. 1 (cfr. Andocide da Hermes, Hbll. fr. 7S M.; sugli Eumolpidi, i Filaidi etc. v. su ciò il libro del Toepffur. Alt. Genealoy. Berlin, 1889); cfr. le famiglie Tebane che in età storica credevano discendere da Ercole, Diod. IV, 29).
Ragione politica e non vanità stava a base delle pretese del pontefice massimo Giulio Cesaro, allorché dichiarava di discendere da Enea e da Alba, come a quelle dei re di Sparta e dei re macedoni di discendere da Ercole. Per tali ragioni i re macedoni visitavano Argo, Liv. XXVII, 30, come i Romani Ilio. Ragione o passione politica fecero si che Lisandro, che era di oscuri natali, si dicesse eraclide, Piiilakii. fr. 44, M. Plut. Li/8. 2, e che si falsasse come è noto la genealogia di Dionisio l e qnella di Ierone II, un bastardo nato da una ancella, al quale diventato principe si trovarono origini regio, Iust. XXIII, 4, 1. L'esposizione delle infinite falsificazioni genealogiche del medio evo sorte per ragione politica richiederebbe parecchi grossi volumi. Cassiodoro mediante 17 generazioni collegava gli Amali Goti con il tracio Sitalce, conio i re macedoni si facevano derivare da Carano e da Ercole. I Carolingi inventarono la loro discendenza dai Merovingi come le tribù ed i principi Berberi si collegarono magari con Hariìn al Raschid ed Omar il Grande. Sulle falsificazioni berbere di questo genere v. le belle osservazioni di Intf KaldAn. prol. I, 277).
Con le genealogie delle famiglie romane è naturale confrontare, in massima, quelle della nobiltà fiorentina, genovese, veneziana, già celebrate e falsate daie. Pai», Storia <1i Roma. Voi. I.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (88/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Ennio Nettuno Deci Enea Plin Marcello Cic Antoni Autisti Fabì Inni Pinarì Papiri Tulli Valer Cicerone Tullio Vitellio Subt Vespasiano Suf Antonino Pio Iul Nerone Subt Fallante Claudio Tao Ecateo Giove Alcibiade Aiace Plut Hermes Hbll Eumolpidi Filaidi Toepffur Tebane Ercole Diod Giulio Cesaro Enea Alba Sparta Ercole Argo Liv Romani Ilio Lisandro Piiilakii Plut Dionisio Ierone II Iust Amali Goti Sitalce Carano Ercole Carolingi Merovingi Berberi Hariìn Raschid Omar Intf KaldAn Pai Storia Roma Alt Berlin Cassiodoro
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