Storia di Roma di Ettore Pais
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CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
era poi ripetuto dai Greci, come Posidonio, cercavano provare che le istituzioni pubbliche romane erano quelle stesse degli Spartani, perchè i Romani stessi erano di stirpe sabina, vale a dire come quest'ultimi di razza spartana. I più antichi annalisti sotto l'impero delle ragioni politiche da noi a suo luogo indicate, avevano cercato dimostrare che i Romani non erano barbari. Ebbene il nostro Dionisio va molto piìi in là, e raggiungendo il colmo della impudenza e della balordaggine, a Romolo che consolava le Sabine rapite fa dire che aveva operato così seguendo un costume in voga fra i Greci, (') ad un Valerio, a proposito della remissione dei debiti, fa citare ciò che aveva fatto Solone in Atene. (') Romolo, trasformato in teologo o filosofo del genere di Senofane o Platone, dà il bando alle leggende disoneste sugli dei. (3) Servio Tulio si preoccupa di ciò che avevano fatto gli Amfizioni e considera le opere compiute dai re di Assiria e di Babilonia, sicché travestito da filosofo di età posteriore ad Aristotele, dimostra che per natura loro gli uomini liberi e gli schiavi non sono diversi. (4) Così Bruto cacciati i re, propone di istituire due consoli, tenendo presente il reggimento degli Spartani e degli Ateniesi, (*) e lo stesso Komolo discuto sulle tre forme di governo che erano in uso presso i Greci. (°) L'imitazione della storia greca aveva fatto sì che vari aneddoti fossero da quella penetrati nella pseudo storia romana. Così ad es. era una deliberata riproduzione dei consiglio dato da Trasibulo di Mileto a Periandro di Corinto, la storiella di Tarquinio che abbatteva le teste dei papaveri. Dionisio che notava il contatto anzi la identità dei due fatti, anziché conchiudere con la derivazione di un fattarello dall'altro, trovava naturale pensare che Tarquinio fosse stato al corrente di ciò che pochi anni prima avrebbe fatto il tiranno di Corinto, allo stesso modo che gli uomini di stato romani delO Dionys. Hal. II. 30.
(*) Iu. V, 65.
(') li). II, 18.
C) li>. IV, 23-25. (J) Iu. IV, 73.
(c) li>. II, 3. Questi esempi si potrebbero moltiplicare.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (103/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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