Storia di Roma di Ettore Pais
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CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
L'importanza della prima decade liviana ci apparirebbe senza dubbio minore se ci fosse pervenuta una di codeste opere di compilazione di cui si valse, ed ancor piìi se possedessimo ad esempio qualcuno dei primi libri delle origini di Catone o degli annali di Quadrigario. Il suo valore è invece centuplicato quando lo si confronti con la indigesta compilazione di Dionisio. Mentre infatti il retore greco pone ogni sua cura ad elaborare in prosa scolorita ed insulsa ogni minimo particolare dell' immenso ma non autentico materiale che era a sua disposizione, l'oratore romano, guidato da buon senso pratico, pur non potendo evitare di scrivere la più antica storia, (che era considerata come una gloria nazionale e si prestava a tante considerazioni morali e politiche non meno che a situazioni retoriche), cerca di essere breve e succoso e sorvola su tutte quelle ridicole leggende che infarcivano le opere di un Valerio o di un Licinio.(') Che la più antica storia romana fosse tut-t'altro che sicura, dopo tutto Livio sapeva e mostrava di aver capito assai più di molti critici moderni. Se Livio non ha composta un'opera del genere di Polibio la colpa non è interamente sua, ma anche dell'ambiente letterario latino, che non favoriva lo svolgimento di una storia di tale indole. La ragione del resto della grande fortuna di Livio presso i contemporanei e gli scrittori delle età successive, che salvo qualche raro caso furono unanimi nell'onorario, (2) non va cercata esclusivamente nel valore artistico, ma anche nella intonazione politica dell'opera di lui. Codesto repubblicano all'acqua di rose, codesto pompeiano, che sapeva in pari tempo conservarsi l'amicizia di Augusto e che si affrettava, ove l'occasione glieHirschfkld, nei Sìlzunysbei'ichte della Acadeinia di liei-lino, 1894, p. 343 sgg., la fonte pare sia Cornelio Nepote.
(') Cosi Livio non riferisce come Licinio Macro fr. 1, 2 e Valerio Anziate fr. 1, G P. le ridicole leggende su Acca Larenzia o sulla causa della istituzione delle l'rumalia, ovvero sull'astuzia con cui Numa prese al laccio Pico e Fauno.
(*) Fra le poche voci discordanti v'è quelle di Caligola, Sukt. 34, che Livio ut verbosmn in historia neglegentemqne carpebat „. Che tale giudizio, che pur contiene nel fondo qualche cosa di vero, non rappresentasse le vedute isolate «li un pazzo lasciano supporre le note censure di Asinio Pollione, sebbene quest'ultime, per quanto noi sappiamo, si riferissero solo a difetti di forma.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (113/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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