Storia di Roma di Ettore Pais
PLUTARCO DI CHERONEA E LE SUE FONTI.
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mero non piccolo di scrittori più vetusti. Ma se codeste numerose citazioni derivino in ogni caso da letture originarie, ovvero, come e pur naturale pensare più di una volta, dall'uso di estratti non è agevole stabilire. Se nello studio delle antichità romane abbia seguito a preferenza una fonte romana, come ad esempio Valerio Anziate, Varrone, Livio, ovvero le opere dell'africano Iuba può essere oggetto di indagine laboriosa se non sempre fortunata. (') Certo, ad ogni modo, nella fortuna che ebbero le biografie plutarchee va cercata la causa per cui ci è, ad esempio, concesso conoscere la fonte di cui il più antico annalista romano si valse per la leggenda relativa alla origine della Città e di contrapporre qualche altra vecchia tradizione alla versione che riuscì a diventare ufficiale.
menti inorali su codesti fatti. Egli combatte le superstizioni ed i miracoli, Coriol. 37 sq„ tuttavia rispetto ad età pienamente storiche racconta fandonie indegne di uno storico, Sj/ll. 27, cfr. Lucali. 10; 24.
(') Sebbene non vi siano ragioni di carattere decisivo, nondimeno parrebbe raccomandarsi l'opinione di coloro (v. in parte gli autori indicati dal Susemihl.
11, p. 411, il. 357) i quali preferiscono pensare che alle dottrine varroniane Plutarco abbia attinto per mezzo di luba, anziché direttamente. Tuttavia mancano ragioni definitive su ciò, ed anzi è probabile che Plutarco abbia conosciuto l'uno e l'altro. Certo egli si riferisce talvolta ad autori latini come Livio e Cicerone. Se una ricerca sulle fonti romane di Plutarco possa dare risultati sicuri e completi, essendo periti gli autori dai quali traeva il suo materiale, non oso affermare. Noto soltanto che da una ricerca di questo genere si potrebbero sperare frutti notevoli quando, allontanandoci dal metodo generalmente seguito, (cfr. H. Peter, die Quellen Blutarchs in dea Biographieen der Jtoemer (Halle, 1865); Korher, de fontibus l'iutarehi in vitis Homanorum (Berolini, 1885); Bocksch nei griech. Studien pubblicati in onore del Lipsius (Leipzig, 1894), p. 169, non si esaminassero sole a sè le singole vite o gruppi di biografie, ma si studiasse in tutte le opere dello scrittore di Cherouea il materiale da lui usufruito ed il metodo tenuto. Del resto è chiaro che nelle lince generali Plutarco segue fonti recenti come Livio e Dionisio, dal quale ad es. deriva pressoché tutta la biografia di Coriolano e quella di Camillo. Da fonti piii antiche o meno note tolse alcune indicazioni particolari; forse un'annalista come Valerio Anziate fu ampiamente usato nella biografia del Pnblicola. Nella vita di Romolo accanto a dati che paiono derivare da Varrone o da Iuba, cfr. la biografia di Numa, vi sono notizie che vanno riferite a più antichi autori greci; se poi Plutarco li avesse ivi usufruiti direttamente o no non è dato spesso decidere. Che avesse a sua disposizione libri di excerpta di aneddoti è evidente, dacché egli stesso cita Valerio Massimo, Marc. 30, Brut. 53.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (118/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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