Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE FALSIFICAZIONI MONUMENTALI ROMANE.
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      dalla moglie del re Tarquinio, (') come i Campani conservavano una tazza dedicata da Nestore, (•) i Cumani ed i Beneventani i denti del cinghiale di Arimanto. (s) Si indicavano a Roma ed a Tivoli gli alberi che vi avrebbero rispettivamente piantato Romolo e Tiburno, come ad Eraclea Politica o ad Argo si mostravano quelli del tempo di Ercole e di Io. (4) Infine si assegnavano all'età di Evandro e di Romolo templi che erano stati eretti durante le guerre sanni-tiche. (*)
      Con pari arbitrio si procodette rispetto alle statue ed alle leggi scritte, che si conservavano nei templi e nei pubblici edifici. Secondo una tradizione un poco meno lontana dal vero, i Romani non avrebbero avuto statue di bronzo o d'altra materia prima dell'età dei Tarquini. (") Ciò nondimeno quegli stessi autori, che riferivano tale notizia, parlavano di statue del tempo di Romolo e Numa da particolarità notate in esse traevano argomento a discutere circa i costumi di quel tempo vetustissimo. (7) I Romani discorrevano dievo venivano trasportate per cura degli stati, ad es. a quelle di S. Marco gelosamente nascoste e di cui credevano avere notizia sicura solo il primicerio della cappella ducale, il doge ed il procuratore di S. Marco, v. Dand. apd Mcrat, MS. XII, p. 251, cfr. 212. Così in Roma ai soli pontefici ed alle sole vestali era lecito aver notizia dei sacra e dei pignora imperii custoditi nel tempio di Vesta, Dionys. Hal. II, 6G. Sekv. ad Aen. VII, 18S. L'asserzione dello Schultzb, Gc-schiclite d. Unterganges d. griech. roem. Heìdentwns (Jena, 1892), II, p. 360, che la venerazione delle reliquie era ignota agli antichi, è interamente falsa, e dipende dal non aver l'autore bene compresa la vita dell'orgauismo di cui vorrebbe narrare la dissoluzione.
      (l) Plin. V//. Vili, 194. Cfr. oltre al cap. III.
      (*) Atiikn. XI, p. 489 A.
      o Paus. VIII, 24, 5. Proc. d. b. Goth. I, 15. Cfr. a Tegea, Paus. VIII,
      47, 2.
      (4) Plin. XII. XVI, 236 sqq.
      (5) Dionys. Hal. 1, 64. Liv. I, 12, 7, cfr. X, 37, 15; cfr. ai cap. II, III e Vili.
      (*) Plut. ,Yk»i. 8, 9. Plinio, XH. XXXIV, 15, invece dichiara che la pili antica statua fatta a Roma era del tempo di Spurio Cassio.
      O Plin. XH. XXXIV, 20; XXXIII, 9. Posiu. apd Plut. Brut. 1, 3. liom. 17. Così Valerio Massimo, III, 4. 3 riferendosi alla storia di Servio Tullio diceva: • statuae ipsius titulns abnnde testatur r.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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