Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      iscrizioni e di leggi del tempo di Romolo e di Ninna (') su per giù alla stessa maniera che in Grecia si parlava dei carmi omerici trascritti e raccolti da Licurgo. (-') In breve, il sacerdozio che dovunque, sia pure perchè tenesse presenti gli interessi della casta e del culto, provvide a custodire le più antiche memorie, si fece in pari tempo autore di pie frodi e di anacronismi, e tutti sanno come occorrerebbero parecchi volumi per raccogliere tutte quante le falsificazioni monumentali e diplomatiche sorte a favore dei diritti materiali e morali del pontificato romano e delle chiese cristiane di Oriente e di Occidente. Il negar fede a queste tradizioni e documenti non era facile per gente che dal sacerdozio traeva lume e coltura. E anche quando in Grecia come in Roma lo stato e la ragione civile parvero sciolti dai vincoli della religione, la stessa ragione di stato, oltre alla tradizione, continuò ad imporsi. Davanti ad Alessandro, che stava per distruggere Tebe, pareva naturale si ricordassero le sacre tradizioni che facevano capo agli Eacidi e a Ercole, (3) come all'età di Tiberio, davanti al senato romano, i Messeni discutendo contro gli Spartani rispetto al celebre tempio di Diana Limnatide, oitarono a favor loro i versi dei poeti, gli annali patri, le statue e le inscrizioni, che venivano riferite ai tempi degli Eraclidi e del mitico re Dentaliate. (4) La religione di stato ed il sentimento di patriotismo vietavano agli antichi di discutere dal lato pratico il valore di queste tradizioni e monumenti, e sotto questo punto di vista un uomo illuminato come Cesare, che si faceva forte delle pretese origini divine e che portava calzature simili a
      (') Devesi tuttavia notare che lo stesso Dionisio, che di frequente fa menzione di tali leggi, si mostrò almeno una volta, 11, 63, incerto se quelle di Romolo fossero state o no scritte.
      (4) Plut. Lgc. 4.
      (3) Iust. X!, 5. Cosi Isocrate nel panegirico 61 sq., cfr. Panatli. 43, ricordava come storia autentica l'arrivo delle Amazzoni iu Atene e le relazioni con Minosse ecc.
      (4) Tao. «w/t. IV. 43: * contra Messeni veterem inter Herculis posteros divisionem Peloponnesi protulere, suoque regi Dentbaliatem agrum, in quo id de-lubrum, cessisse; monimentaque eius rei sculpta saxis et aere prisco manere, quod si vatum, annalium ad testimonia vocetitur, plures sibi ac locupletiores esse „.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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