Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE FALSIFICAZIONI MONUMENTALI ROMANE.
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      quelle che nei monumenti si attribuivano agli antichi re albani, trovandosi davanti al pubblico, nella sua posizione ufficiale di pontefice massimo, non poteva comportarsi diversamente dall'ultima beghina e dal più superstizioso sacrestano, (*) La ricerca monumentale comincia, è vero, per lo meno con Catone, ma non è casuale che l'unico frammento di Ini a noi pervenuto, che si riferisca al periodo storico di cui qui ci occupiamo, contenga indicazioni tali per cui già il Cluverio sospettò fosse una falsificazione sacerdotale. (-) Gli antichi, discorrendo della guerra contro Fidene nel secolo V, ricordavano le statue che si dicevano erette in quel tempo. Queste statue non poterono invece essere innalzate, in ogni caso, prima del secolo IV. (3) E lo stesso Varrone, sebbene giudicato il più dotto dell'età sua, ammetteva ciecamente l'antichità di monumenti scritti e di opere d'arte, che per ragioni sicure abbiamo ragione di reputare od aperte falsificazioni o documenti di età posteriore. (4) Sino a qual punto si sia estesa la falsificazione monumentale, sopratutto rispetto alle leggi ad ai documenti di stato, avremo agio di notare in seguito; qui sarà utile solo ricordare, che nello stesso modo che nell'età cesariana si falsificavano opere letterarie e si fabbricavano del pari monumenti, (*) Cicerone affermava che ai Romani mancava
      (') E appunto perciò dopo il trionfo gallico salì in ginocchio la scalinata del tempio di Giove Capitolino, come nel Medio Evo ed anche oggi i fedeli salgono i gradini della Scala Santa.
      (•) Cat. apd Prisc. IV, p. 129 H. Cfr. oltre al cap. IH.
      O Cic. l'hit. 2, 4. Plin. MI. XXXIV, 23; cfr. oltre al cap. V.
      (4) Così ad es. Varrone apd Macrob. I, 13, 21, parlava di una tavola di bronzo contenente una legge relativa all'intercalazione del calendario, che sarebbe stata fatta a tempo dei consoli Pinario e Furio, ossia nel 472 a. C. Ma di una tal legge non aveva notizia ancora Fulvio il console del 189 a. C., che la prima intercalazione riferiva al 191 a. C. Su adulterazioni e menzogne in monumenti, aventi anche l'apparenza di autenticità, causate da malafede o da ignoranza, v. ad es. Ascon. in l'isonian. 12, Cic. ad Alt. VI, 1, 18. Menzogne espresse nei documenti esposti al pubblico v. negli elogi di Fabio Cunctator, Paolo Emilio, v. Mommsen ad CllV, p. 193 sq. ai 13, 15. Sull'elogio di Marcello v. CIL. I, p. 278. Intorno alla falsificazione del documento della " sponsio r caudina v. oltre al cap. Vili.
      (&) Mi basti accennare alla falsificazione epigrafica fatta a Capua al tempo di Giulio Cesare, Suet. dir. lui. 81; a titolo di esempio si pensi ancora a


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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