Storia di Roma di Ettore Pais
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CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
giniolo. (') Sotto questo punto di vista i discorsi e le considerazioni liviane, che ispirarono il più grande entusiasmo ai cultori della letteratura antica, non possono che apparire perversi e deplorevoli agli studiosi della sincera e reale esposizione dei fatti. Codesto travestimento della realtà storica, causata dalla incapacità di comprendere l'ambiente ed il clima storico, ò per giunta favorito dalla passione politica, che anima anche la parte migliore della storiografia romana.
Gli antichi mettono in rilievo il fatto che sino all'età di Pompeo Magno nessuno aveva impreso a scrivere la storia romana, che non fosse stato di cospicui natali. (•) Ciò nel fondo è vero perchè, fatta eccezione per i Greci od i poeti più o meno romanizzati ed amici delle grandi famiglie, gli annalisti romani erano tutti uomini di stato. Fabio Pittore, Licinio Macro sotto questo come sotto tanti altri lati vanno considerati come il Caffaro e gli altri annalisti ufficiali di Genova, o Giovanni Villani od il Dandolo. Ma appunto in ciò va ricercata una delle cause precipue della poca veridicità della storia romana. Allorquando l'attività politica del mondo greco era da un gran pezzo finita, ed i critici dell'età posteriore senza odio o passione si facevano ad esaminare il valore della storiografia ellenica, notavano come quella fosse stata in gran parte poco sincera. Le falsificazioni romanzesche dei Greci erano messe in caricatura dalla penna festevole di Luciano, e quelle fatte nell'interesse dello stato erano in tarda età riconosciute da Giuseppe Flavio o da Plutarco. (3) Osservazioni di questo genere erano state fatte del resto molto innanzi da Teopompo, il quale, sia pure perchè era mosso da passione politica, notava quanto di falso vi fosse nella storia della guerra persiana, così come la narravano gli Ateniesi. (4) Androzione accusava i Tebani di aver falsato antiche
(') Liv. VII, 10, 5.
(') Si'et. de gramni. 27 11. " L. Voltacilius Plotus.... primus omnium liber-tinoruin, ut Cornelius Nepos opinatur, scribere liistoriain orsus, nonnisi ab lione-stissimo quoque scribi solitam ad id tempus „.
(') Flav. Ios. c. Ap. I, 5. Plot, ad es. nell'opuscolo de mal. Ilerodot. passim. (4) Theop. fr. 1G7 in M. FHG. I, p. 306.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (135/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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