Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      e VI, quando non solo la prosa e la poesia storica mancavano, ma persino l'uso della scrittura era poco noto e diffuso. Le duplicazioni di cui parliamo serbano d'altra parte traccio troppo visibili della posteriore imitazione; clic se qualche divergenza si nota in alcuni particolari tra due fatti, che appaiono somiglianti, ma sono riferiti ad età fra loro diverse, questa dopo accurato esame si rivela quale deliberato tentativo di occultare, per quanto era possibile, la semplicità e l'unità primitiva del racconto, che veniva anticipato ed assegnato anche a tempi in cui la stessa storiografia nella Sicilia e nella Magna Grecia o taceva od era balbuziente. Ogni qualvolta in epoca storica i Romani accorrevano al foro per assistere ai funerali di mi cospicuo personaggio, sentivano commemorare tutti quanti gli avi del defunto. (l) Tutti codesti avi erano stati uomini illustri, tutti avevano coperto uffici curuli, comandato eserciti, prese città, e per queste circostanze solenni si creavano quei falsi consolati e quei falsi trionfi che erano di già oggetto delle censure di Cicerone e di Livio. (*) È chiaro che gli autori dei titoli e degli elogi funebri, essendo a corto di materiale autentico e dovendo lodare tutti gli antenati più o meno posticci, si vedevano nella necessità di ripetere gli stessi fatti e di attribuire ai più vetusti le medesime gesta che avevano compiuto i personaggi storici. Erano quindi condotti a narrare le gesta di Atto Chiuso, di Imi io Bruto, di Valerio Publi-cola tenendo presente la storia autentica degli Iuni, dei Valeri, dei Claudi vissuti nei secoli IV e III e quelle caratteristiche morali e politiche che erano il vanto delle singole famiglie. Essi del resto nella sostanza 11011 agivano in modo diverso da quegli oratori, filosofi e storici greci, che gli stessi periodi e persino le identiche parole toglievano dalle orazioni e dalle opere dei predecessori. (3) Nò in
      (') Polyb. VI, 53 sq. o V. 9. p. 85, 11. 3; 96, 2.
      (*) Sulla frequenza del plagiato fra i Greci, v. Clem. Alex. stro»i. VI, p. 265, 5 S; cfr. anche Cic. Tmc. Il, 6. Stkab. VII, p. 791 C. Notevolissima è la dichiarazione di Plinio, XII. praef. 22: * scito enim comferentem auctores me deprehendisse a iuratissimis et proximis veteres transscriptos ad verbuni neque nominatos „.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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