Storia di Roma di Ettore Pais
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CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
storiografia romana assai di rado e forse mai riuscì a liberarsi da quella passione, che inspira qualunque narrazione patriotica e cercò inalzarsi al concetto oggettivo della verità cercata per se stessa. Cicerone esprime integralmente il pensiero romano là dove, ad uno degli interlocutori dei suoi dialoghi, fa dichiarare che era semplice curiosità la ricerca della topografìa storica e monumentale, quando fosse disgiunta da un line morale. (') E vero invece che la storiografìa romana cercava di essere consigliatrice nella vita. Tanto gli annali massimi, scritti nell'interesse dello stato, quanto quelli che Catone componeva per uso di suo figlio e Licinio o Valerio, per glorificare le proprie genti, miravano, come ci è espressamente attestato dagli antichi, alla educazione morale e civile. Le stesse menzogne delle memorie domestiche, dicono gli antichi, servivano di eccitamento alla virtù, e gli scrittori che, come Sempronio Asel-lione, mettevano in ridicolo la vecchia forma degli annali ed aspiravano a scrivere la vera storia politica, non si proponevano in fondo un fine diverso. (*)
A seconda delle tendenze e dei tempi si modificarono naturalmente i fini politici che si volevano raggiungere. La glorificazione dell'antico governo patricio, accanto a quella delle singole genti, costituiva, in fondo, il fine delle storie di un Fabio Pittore o di un Postumio Albino. Annalisti plebei quali Ciucio e Acilio alla loro volta non trascurarono di certo l'occasione di vantare i diritti della plebe e di santificare le lotte sostenute per l'eguaglianza civile. Questa era stata infatti del tutto conseguita poco prima della seconda
(') Cic. de fin. V, 2, 6.
(*) Sesipr. Askll. apd Gell. V, 18, 9. " Nani neque alacriores, inquit, ad rempublicam defundeudain neque segniores ad rem perperam facitindam, annales libri commovere quicquam pos9unt „. Plin. XII. A HI, 210 " et hoc annales notarunt liorum scilicet ad emendationem morum cet. „ Id. XXXV, 8: 41 etiam mentiri clarorum imagines erat aliquis virtutum amor „. La tendenza educatrice degli annali di Pisone è esplicitamente attestata dal frammento che ne serba Dionvsio, XII. 9. Accennare a tutti i passi degli antichi che dichiarano l'efficacia morale della storia sarebbe qui ozioso (cfr. Plut. P. Ae»\. 5. Ti ind. init.), ma mi si conceda ricordare come già Tucidide, 1, 25, parli di quella che la vecchia leggenda dei Feaci esercitava sui Corciresi.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (147/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Catone Licinio Valerio Sempronio Asel-lione Fabio Pittore Postumio Albino Ciucio Acilio Cic Sesipr Gell Nani Pisone Dionvsio Tucidide Feaci Corciresi Cicerone Plin Plut
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