Storia di Roma di Ettore Pais

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      134 CAP. II. - LE FONDAZIONI L)I LAVINIO, ALBA, ROMA.
      Creusa e giunto con il frigio eroe dalla Troade, secondo un'altra versione, nato nel Lazio da Enea e da Lavinia. (') Ascanio a vrebbe posto termine alla guerra contro Mesenzio e gli Etruschi di Cere con una vittoria ed una pace onorevole e duratura; secondo altre tradizioni avrebbe invece ucciso questo tiranno. (-) Se non che, nate discordie fra lui e Lavinia, costei per timore si sarebbe occultata nelle selve e nel tugurio di un pastore detto Tiro avrebbe dato alla lifce Silvio. Le contese avrebbero però avuto termine con l'abbandono da parte di Ascanio di Lavinio, che avrebbe ceduto alla matrigna, ed egli, trenta anni dopo che quella era stata fondata, dette origine alla città di Alba Longa ed alla serie dei re albani.
      Ragioni in parte di carattere cronologico, in parte suggerite da adulazione politica, che avremo fra poco agio di esaminare, hanno fatto si che il nome ed il numero di questi re non sia concorde nelle varie versioni a noi pervenute e che disuguale sia pure la somma degli anni che si assegna dai vari autori a tale dinastia. La tradizione ufficiale, che risale in questo caso sino ai primi tempi dell'annalistica romana, conveniva per lo meno in ciò che da Proca, il penultimo dei re Albani, faceva lasciare il trono e gli averi ai due figli Amulio e Numitore. Essa poi narrava come costoro fossero venuti a discordia, Amulio avesse tolto a Numitore il regno, la figlia del fratello spodestato avesse obbligato a farsi Vestale. Inoltre raccontava che per opera di Marte, Silvia divenne madre di Romolo e di Remo. I gemelli esposti per ordine di Amulio sulle sponde del Tevere, sarebbero stati nutriti dapprima da una lupa e da un picchio, in seguito il pastore Faustolo li avrebbe sottratti alla morte. 10 pro-
      (') Liv. I, 3.
      (*') Anche in questo punto la divergenza fra la tradizione catoniana e la posteriore è assai notevole. Secondo il primo, apd. Serv. ad Aen. IV, 620, VI, 760, Vili, 475, Ascanio uccide Mesenzio. Livio sorvola anche su questi fatti; Dionisio, I, 65, invece dice che dopo la vittoria di Ascanio, Mesenzio chiese pace, e chetòv arcò -oDSe /póvov arcavxa 5iocXt>a:t;±svc$ tyjv Sx$pav -peg AativcugSaio;


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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