Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. II. - LE FONDAZIONI L)I LAVINIO, ALBA, ROMA.
      laberinto di opinioni ridicole ed assurde fra i moderni, non ostante l'autorità di Vairone e degli altri scrittori antichi, ai quali piacque accoglierla, non riuscì a diffondersi nel Lazio. Essa trovò buona accoglienza fra gli Umbri e gli Etruschi; a Roma non potè forse diventare rigogliosa in causa della leggenda dei Boreigonoi od Aborigeni, già raccontata sino dal IV secolo dagli scrittori sicelioti. Con questa seconda si fuse invece il mito dell'Arcade Evandro e di Ercole, come quello che era assai divulgato presso i Greci dell'Italia meridionale e della Sicilia.
      È noto come di già Stesicoro, nel secolo VI, avesse celebrato i viaggi di Ercole neir Occidente sino alla lontana Tartesso (') e il viaggio di questo eroe sulle coste iberiche e galliche venne nel secolo seguente cantato da Eschilo (*) e narrato nell'opera storica di Ellanico. (3) La grande diffusione in Occidente dei Calcidesi e dei Dori di Sicilia, zelanti adoratori al pari dei primi dell'eroe tebano-argivo, fece si che il nome ed il culto di lui si propagassero ampiamente e durevolmente sulle coste dell'Italia anzi di tutto il Mediterraneo. Uscirebbe dai confini del nostro tema esaminare in tutta la sua estensione un mito, che a torto si è voluto considerare come esclusiva espressione della diffusione dell'elemento fenicio sulle sponde del Mediterraneo, e ci limiteremo a constatare, come dell'arrivo di Ercole si credesse trovar traccia tanto fra i Bebrici dei Pirenei e presse i Saguntini, quanto sulle sponde dell'Africa, tanto sulle Alpi dove avrebbe dato il nome di Graie alle montagne che avrebbe valicato, quanto sulle coste dell'Illirico, tanto fra i Veneti
      fra l'altro la citazione di L. Manlio, I, 19, fonte di Varrone, d. /. L. V, 31, ed il ritrovare la menzione dei Pelasgi nel Lazio in Solino, II, 3; 7, p. 31 sg. M. Quest'ultimo può dipendere direttamente da Plinio, MI. III, 57; VII, 193 extr. Ma il primo dei passi pliniani è uno di quelli in cui si fa l'enumerazione dei vari popoli che abitarono successivamente le varie regioni ò' Italia i quali anziché dalla consueta fonte greca di Plinio, ossia da Artemidoro, paiono derivare da Varrone.
      (') Kaikel, inscr. Grave. Sic. et Jtal. n. 12S4.
      (2) A esc ». apd Strab. IV, p. 183 C.
      (*) Hellan. apd Dion. Hal. I, 35.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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