Storia di Roma di Ettore Pais
15GCAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVINIO, ALBA, ItOMA.
tificato con il latino Fauno, non è diverso da Evandro un eroe di Messene, dal quale, ancora nel II secolo a. C. traeva nome un colle non lungi da quella città. Forse è quello stesso personaggio di cui aveva di già fatto menzione la poesia esiodea. (') Noi non siamo certo in grado di fissare con esattezza cronologica quando la leggenda di Ercole e di Evandro sia stata localizzata nel Lazio e dai Romani sia stata assunta all'onore di storia nazionale ; nondimeno vediamo come di essa in Occidente si fosse fatto cantore Stesicoro, un poeta nato e vissuto in città italiote e siceliote, dove gli elementi calcidico, messenio ed arcade erano assai mescolati. E vediamo pure come questi stessi elementi fossero da molto tempo fusi nelle città greche poste sulle sponde della Campania, (J) donde anzi tal mito, secondo alcuni autori, sarebbe giunto a Roma. Se però la leggenda di Eracle sia stata importata a Roma dalla Campania anziché da un'altra città della Magna Grecia, o piuttosto dalla Sicilia, segnatamente da Siracusa, dove tale culto era molto in onore, (*)
da età antichissima facevano parte della cittadinanza di Reggio e che infine Stesicoro nato a Matauro, una città limitrofa a Reggio, passò la vita sua nelle città calcidiche a Catane e ad Imera, dove l'elemento messenio arcadico era pure rappresentato, emisi già il sospetto, Storia d. Sicilia e <1. M. Grecia, 1, p. 184, n. 1 che il Pallanzio da lui ricordato fosse quello di Reggio e non dell'Arcadia come appare dal testo di Pausania, Vili. 3, 2.
(') Plut. l'hilop. 18, 8. *I:xr.asx,isvot Zi Msa^vr// -/.ai my. xcvEòivdpou Xó^ov. Serv. ad Aen. Vili, 130: " quninvis Hesiodus dicat qualiter coniunctus sit Euander etc. , Di questi passi, segnatamente del primo, se male non mi appongo, non si è finora tenuto conto. Evandro era di già messo iu rapporto con Fauno da Cassio Emina apd Serv. ad ycorg. I. 10 = fr. 3 P. Evandro è forse il personaggio che è detto Fauno figlio di Hermes da Dercillo in M. fr. 6 FIIG. IV, p. 387; su questo autore v. Susemiiil, op. cit. I, 645.
(-') Il Rkitzenstein, inedita poeturum Graecorwn frammenta, I (Rostock, 1891-92), p. 10, dalla notizia di Pausania, VII, 22, 6 che il fondatore dell'acaia Tritea era Celbida ày.xópsvov dà èv. Kóurjs Tijg sv 'Or.tv.ocg ricava giustamente che a Cuma una parte della popolazione era di origine achea. In favore di tale osservazione mi pare si possa aggiungere che secondo lo stesso Pausania (confermato dalle monete locali v. Garrucci, nion. d. ital. aut. tav. LXXXIII, 11. 23) i Cumani mostravano i denti del cinghiale di Eriinanto ucciso da Ercole. Tritea era appunto posta alle falde dell'Eriinanto.
(*) Gell. apd Sol. I, 7, p. 4 M.
(4) La vittoria dei Siracusani sopra gli Ateniesi da Timeo apd Plut. Me.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (179/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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