Storia di Roma di Ettore Pais
ELEMENTI SOSPETTI NELLA LEGGENDA DI ENEA.
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quello di una troiana, che avrebbe bruciato le navi. Da molti si suol pensare che qui si accenni alla celebre opera di Ellanico; da altri invece si è creduto che Dionisio, o la sua fonte, avesse presente un posteriore rifacimento del catalogo delle sacerdotesse argive. Mancano ragioni di carattere decisivo per accettare piuttosto l'una che l'altra opinione. Ma il semplice fatto che non si può scacciare il dubbio di falsificazione, basta per se solo a scemare il rispetto per queste notizie. (l) Analoghi dubbi ci assalgono a proposito di
(') Dionisio, I, 72 cita: ó lì là; Ufsiag -à; àv "Apyst /.ai -.7. iv.a-ott.v c'JvayaYróv. Non toglie autorità all'opinione di chi ravvisa El-
lanico in questo autore il fatto che lo stesso Dionisio I, riferendosi ad Ellanico, parla della fuga di Enea fra gli Emani della Calcidica tracica e presso i Crisei I, 4S, poiché quanto si narra al principio del cap. 49, dove si discorre dell'ulteriore partenza di Enea dalla Calcidica, può conciliarsi anche con quanto sulla fede di Ellanico si dice al cap. 47. Non vi si narra infatti sulla fede di questo autore che l'eroe troiano si fermò definitivamente presso gli Eniani. Cosi non sarebbe argomento decisivo il fatto che secondo tale versione Enea ed Ulisse vengono insieme in Italia, dacché Ellanico potò fondere due leggende originariamente diverse. Un argomento di qualche valore porgerebbe invece la circostanza che giammai, per quanto ò a me noto, Dionisio cita in modo perifrastico gli autori di una data opera. Ma anche sotto questo lato va osservato che Dionisio pare riferisca le sue testimonianze in ordine cronologico. Egli qui cita infatti; 1" l'elenco delle sacerdotesse; 2' Damaste; 3" Aristotele; 4' Callia; 5° Xenagora. Parrebbe pertanto naturale conchiudere che egli intendeva riferirsi all'antico elenco ovvero all'opera di Ellanico che andava sotto questo titolo, vogliam dire all'elenco di cui Ellanico si sarebbe valso.
Ciò che mi induce a sospettare con qualche sicurezza che l'opera ed il passo citato da Dionisio non siano autentici è la menzione dei Molossi dacché ini pare di vedere in ciò traccia di relazioni più tarde. Questa versione ha un notevole punto di analogia con quella di Callia, che da Dionisio è poco dopo riferita, la quale a differenza della semplice versione raccontata da Aristotele, mescola la leggenda di Ulisse con quella di Enea.
Se poi Damaste di Sige (l'essere di Sige dà pure occasione a sospetti come per tutti gli altri autori della Troade o falsi o falsificati, si pensi ad es. al pseudo Cefalone C4ergizio ed al vero Egesianatte alessandreo) abbia narrato tutto ciò che diceva il compilatore delle sacerdotesse argive o solo il fattarello delle navi bruciate ini sembra che dalle parole di Dionisio ójioXoysc ti «òxip xai Aa,j,a3XY)£ 6 Ziys'.sùg xaì àXXoi r.vsc:, I, 72, non si possa decidere. Non vedo però come si asserisca, ciò che si fa talora, che Dionisio voglia dire che Damaste parlava solo delle navi bruciate. Damaste come apprendiamo dallo stesso Dionisio, de Tìmc. ind. 5, cfr. Suid. s. w, sarebbe stato coetaneo o posteriore ad Ellanico.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (182/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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