Storia di Roma di Ettore Pais

Pagina (188/656)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      I MITI DI ENEA E DEI TROIANI IN SICILIA.
      105
      avevano fatto centro politico-religioso, basato sulla comunanza ili origini. (l) Questa cognazione non era del tutto fantastica. Nessuna parentela, nessun legame etnico esisteva certo fra i Romani ed i Siciliani di puro sangue punico o greco; ma i Romani, che al tempo in cui vennero in soccorso dei Mamertini si valsero della circostanza che erano della stessa stirpe, (-) trassero partito, posero anzi a fondamento del loro dominio in Sicilia il preponderante elemento campano. D'altra parte il favore che il culto di Venere Ericina aveva trovato fra le città puniche dell'Isola, come Panormo e Lilibeo, dovette contribuire a consigliare i Romani ad essere non meno proclivi ad onorare Afrodite di quello che lo erano verso Cerere di Enna. la dea protettrice della parte greca della Sicilia. (3) A raggiungere un tale fmè dovette pure contribuire l'accettazione di quelle leggende, che le origini dei Romani e dei Tirreni mescolavano con quelle dei Cartaginesi. Nei tempi più antichi il mito dell'origine troiana degli Elimi s'era incrociato ed aveva in certo modo lottato con quello di Eracle, l'eroe nazionale dei dori Sicelioti, divenuto preponderante nell'Isola a danno dei Greci di stirpe ionia calcidica. (4) I dori di Gela e di Agrigento non furono certo coloro che ai Sicani attri-
      (') Erice diventò uno dei due centri amministrativi della provincia, e fu sede della confederazione delle 17 città devote ai Romani. Ho trattato diffusamente di ciò nella memoria: dicline osserrasioni intorno alla amministrazione ed al dominio romano nella Sicilia, Palermo, 1888, dove p. G5 sgg. ho cercato di fissare quali fossero tali 17 città a cui accennano Diodoro, IV, 83, 4 e Cicerone, Verr. AS. V, 124.
      (2) Secondo Polibio, I, 10, i Mamertini di Messina si dettero ai Romani ?£ójisvc.t Jojd-ir^stv ov^S'.v y.òxzig dpo^óÀO'.S ònscp/vj-'.v.
      (3) Non è casuale che fra quelli che avevano l'onore di custodire il tempio di Venere Ericina si trovi ricordato un Decio, v. Kaibei., insc. Graec. Sicil. et Ital. n. 282. Così era un Campano quello Sthenius di Terme Imeree (una certo delle 17 città della confederazione ericina) più volte ricordato da Cicerone, Verr. AS. II, 83 sqq. et passim, di cui fa menzione anche Plutarco. J'omp. 10, 5. Sul carattere osco-sanniio del nome di Sthenius v. Mommsen, Unterit. Dialekte, p. 297. Chei Panormitani fossero ferventi cultori di Venere Ericina al pari dei Lilibetani
      provano le loro monete.
      (4) V. su ciò la mia Storia d. Sicilia e d. M. Grecia, 1, p. 139 sgg. dove ho esposto il sospetto che la leggenda troiana in Sicilia sia riuscita a mantenersiin vita, grazie alla eccellenza della poesia stesicorea, che l'aveva celebrata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

Pagina (188/656)




da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Romani Siciliani Romani Mamertini Sicilia Venere Ericina Isola Panormo Lilibeo Romani Afrodite Cerere Enna Sicilia Romani Tirreni Cartaginesi Elimi Eracle Sicelioti Isola Greci Gela Agrigento Sicani Erice Romani Sicilia Palermo Diodoro Cicerone Verr Secondo Polibio Mamertini Messina Romani Jojd-ir Venere Ericina Decio Ital Campano Sthenius Terme Imeree Cicerone Verr Plutarco Sthenius Unterit Venere Ericina Lilibetani Storia Grecia Sicilia Nessuna Mommsen Sicilia