Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
buirono origini troiane. Essi parrebbero invece avere considerato costoro come gente di sangue cario-solimo (elimo). (') L'origine troiana dei Siciliani occidentali pare sia stata piuttosto escogitata dai coloni Focesi, che presso costoro fissarono le loro sedi. Di buon'ora i due unti paiono essersi fusi. Come nella leggenda geloa-agrigentina-selinuntina vediamo Afrodite mescolata con Minosse, Cocalo e Dedalo; (-') così ben presto gli Elimi-Cari, prima della metà del V secolo, dalla fonte siceliota di Tucidide, vennero fusi con i Troiani. (3) Xè è esclusa la possibilità che anche ad Agrigento sia penetrato il mito troiano. (4)
Tuttavia, per l'età greca più antica noi non abbiamo prove sicure che il mito di Enea fosse stato localizzato ad Erice. Il culto di Enea parrebbe essere stato quivi preceduto da quello di Erice, figlio al pari dell'eroe troiano di Afrodite. (') Altri parlavano solo, per quel che pare, dell'arrivo di Egesto, (6) e nulla prova che Tucidide, ove parla di quei Troiani che fuggendo gli Achei giunsero in Sicilia, accenni ad Enea, sebbene questi fosse cantato dall'epos omerico. Il mito di Enea, sebbene sia fiorente nella Sicilia occidentale
(•) V. op. cit. p. 130 sgg.
(0 V. s. p. 163, n. 2. Così Apollodoro apd. Strab. VI, 254; 272 C. mescolava la leggenda di Filottele con quella del troiano Egesto fondatore di Segesta. A tale fusione dettero occasione i nomi del Capo Crimiso presso Crotone e del fiume Crimiso di Segesta. Allo stesso modo ad Erice noi vediamo mescolato il mito di Venere Ericina con quello cretese-geloo-agrigentino di Co-calo, Diod. IV, 78, e la lotta di Erice con Ercole, v. Diod. IV, 23.
(J) Tnuc. VI, 2, 3. Tftóov x'.vèg S'.acp-jyóvxsg 'Ay/x'.oOj... xoìg Z'.v.rx.-
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(*) Ricaverei ciò dalla genealogia degli Emmenidi di Ippostrato apd Sch. Pind. Putii. VI, 4 = fr. 5 in iM. FIIG. IV, p. 433, che di Telemaco faceva figli Emmenide e Senodico. Di Senodico sarebbero stati figli Ippocrate e Capvs che occuparono Gamico. Ora Capys(nome che non figura che nei miti troiani, v. Pape-Bensi:leu, Eigennamcn etc. cfr. Rosciìcr nel dizion. init. s. v. Capys) può essere stato trasformato in un discendente di Ulisse, come Polite, compagno di Ulisse, nel Lazio fu cangiato in un figlio di Priamo, Verg. Acn. II, 526; cfr. Cat. fr. 54 P.
O Nulla dimostra che Diodoro, IV, 83, 4, ove accenna all'arrivo di Enea, non abbia presente, come le ha poco dopo, le condizioni dell'età romana. Eppoi egli fa precedere a lui Erice figlio di Afrodite e Buta.
(*) Ai'ollod. apd Strab. VI, p. 254; 272 C.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (189/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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