Storia di Roma di Ettore Pais
I MITI DI ENEA E DEI TROIANI IN SICILIA.
105
nell'età campana e poi nella romana, non pare abbia avuto mai accoglienza fra i Greci della Sicilia orientale, ad es. fra i Catanei ed i Siracusani. (') A prima vista parrebbe poterci giovare quale punto di appoggio in questa non facile questione la notizia serbataci da Dionisio, secondo il quale l'acarnano Patron dalla città di Tirreo, dopo aver accompagnato Enea in Sicilia, si fissò ad Alunzio, posta sulle coste settentrionali dell'Isola. (•) Sappiamo dallo stesso autore
(') Se non il mito di Enea, testimoniato solo da autori di età recente. Cic. Vcrr. AS. IV, 72; Dion. Hal. i, 53; Diod. IV, 83, 4, certo la leggenda troiana fu molto antica a Segesta, dacché questa città aveva la direzione del culto di Venere Ericina. Thuc. VI, 46. Però il fatto che i fiumi locali anziché Crimiso e Porpace come per il passato, almeno dal 307 a. C. (Diod. XX, 71, 2) si chiamarono Scamandro e Simoeis indica una rifioritura posteriore del mito troiano. Così il mito troiano fu in origine estraneo a Catane, la quale, anziché il pio Enea onorava i fratelli pii. Catane appartenne forse alla confederazione delle 17 città (v. la meni. cit. p. 81); ma va osservato che dal tempo almeno di Timoleonte era in mano dei Campani, come mostra la storia del suo tiranno Mamerco, v. Plut. Tini. 13 sg. Così infine se gli Alesini, che erano certo delle 17 città devote a Venere Ericina ed ai Romani, v. ni. cit. p. 77 sgg., rifiutarono di riconoscere i vetusti legami di cognazione e di origine con gli Erhitensi (Diod. XIV, 6, 2), che nell'età romana non ebbero importanza ed onori, ciò accenna ad un cangiamento di popolazione. Se però il nome del fiume 'On'.xavòg presso Alesa v. Kaibrl, inscr. Gr. Sicil. et Ital. n. 345,2, derivi da questo tempo, non sappiamo. Delle città elime Tucidide, VI, 2, 3 nomina Egesta ed Erice; Entella la città dei Campani (v. Diod. XIV, 9, 9 dal 404 a. C., v. le monete Head, hi st. Xion. p. 119), non è da lui rammentata.
Che ai Siracusani fosse estraneo il mito ed il culto di Enea, mi pare si possa ricavare dal passo di Timeo apd Plut. Xic. 1 — fr. 104 M, dove si parla dell'aiuto dato ai Siracusani da Ercole, nemico ai Segestani, perche avevano dato ricetto ai Troiani. Quando sia sorta la credenza che Enea giunse a Messina, Dion. Hal. 1,51, non siamo in grado di determinare. Solo notiamo che mentre ci sono giunti i miti di Nettuno, di Orione, di Kronos relativi a questa città e le monete accennano quello di Pane e di Pelope, nessun altro passo antico ricorda Enea. Va infine notato che nella versione di Skrv. ad Aen. V, 30: * quidam dicunt Egestam reversani in matrimoninni a Capye ductain, ex quibus Anchisen natum „ si può vedere un accenno ai Campani stabiliti a Segesta, ovvero nella sicula Capitium. Nello strano racconto del Pseudo-Plutarco, 39, relativo al tiranno segestano Emilio Censorino, anziché una localizzazione del mito romano di Amulio va forse riconosciuto un vecchio racconto locale, che fu più tardi trasformato dal romanziere Aristide sotto l'efficacia colla leggenda diventata romana. Su ciò v. oltre.
O Dion. Hal. I, 51; cfr. Vero. Aen. V, 298.
| |
Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
|
Pagina (190/656)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Greci Sicilia Catanei Siracusani Dionisio Patron Tirreo Enea Sicilia Alunzio Isola Enea Dion Diod Segesta Venere Ericina Crimiso Porpace Diod Scamandro Simoeis Catane Enea Timoleonte Campani Mamerco Alesini Venere Ericina Romani Erhitensi Diod Alesa Ital Tucidide Egesta Erice Entella Campani Head Siracusani Enea Timeo Plut Siracusani Ercole Segestani Troiani Enea Messina Dion Nettuno Orione Kronos Pane Pelope Enea Skrv Aen Egestam Capye Anchisen Campani Segesta Capitium Pseudo-Plutarco Emilio Censorino Amulio Aristide Dion Enea Cic Hal Thuc Catane Plut Tini Diod Hal Plutarco Vero Aen
|