Storia di Roma di Ettore Pais
I MITI DI ENEA E DEI TROIANI NEL LAZIO.
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in rapporto anche con quella di un altro scrittore non di molto posteriore allo storico siracusano. Agatocle Ciziceno narrava infatti che per impulso di Eleno Enea sarebbe venuto in Italia insieme con Roma sua nepote, figlia di Ascauio. Giunti nel Lazio i Frigi avrebbero occupato il Palatino e quivi avrebbero fondato il tempio della Fede. (l) Assai più notevoli sono le informazioni serbateci da Licofrone, figlio di uno storico italiota e che nell'esporre i miti greci di Occidente ebbe sopra ogni altro presente Timeo di Tauromenio. Egli narrava che Enea fatta pace con Ulisse, con il quale si sarebbe imbattuto in Etruria, avrebbe stretta alleanza con i mitici eponimi di tale gente, ossia con Tarcon e con Tirseno. Nel Lazio; Enea avrebbe dapprima fondato il tempio di Pallade a Lavinio e quivi avrebbe depositato i Penati portati seco da Troia. Poscia egli avrebbe fondato Roma, le trenta città latine, pari in numero ai porcellini della scrofa troiana e poi altre ancora sino al paese dei Alarsi ed ai confini della Campania. A lui sarebbero succeduti Romolo e Remo.(-) È incerto, se il poeta calcidese, pur attingendo allo storico di Taormina, lo abbia seguito con tutta fedeltà o se invece abbia avuto presenti i Romani dell'età sua, posteriore a quella di
(') Aoatii. Cyzic. apd Fest. s. v. Romani, p. 269 M et Sol. I, 1. Agatocle citava anclie l'opinione di coloro i quali credevano che Enea fosse sepolto in Frigia, e che Roma fosse fondazione di Remo discendente di lui. Agatocle, secondo un'ipotesi di C. Mueller, ad FJIG. IV, p. 288, che pare probabile anche al Susemihl, op. cit. I, p. 345; II, p. 383, sarebbe stato scolare di Zenodoto Efesio (nato verso il 325 a. C.), maestro del grammatico Ellanico. Tuttavia ciò riposa su basi incerte. Forse viveva verso il 205 a. C. v. oltre.
Per quel che sembra Agatocle localizzava Eleno fra i Molossi, dove di già Olimpia, la madre di Alessandro Magno credeva di poterlo annoverare fra i suoi antenati, v. Tjikopomp. apd Sch. Lycophr. v. 1439, cfr. Paus. I, 11, 1; II, 23, 0. Agatocle pertanto avrebbe presentata quella versione che troviamo di poi nell'Eneide di Virgilio, III, v. 334 sqq.
La menzione del tempio della Fede lascia pensare che Agatocle presentasse una tradizione favorevole ai Romani. Egli doveva appartenere a quella schiera di dotti della scuola pergamena, che glorificò i vincitori di Filippo V e di Antioco v. s. p. 23. Un tempio della Fede sul Palatino non c ricordato che in questo luogo, mentre e ben conosciuto quello della Fede nel Campidoglio dedicato il 254 a. C. da At.ilio Calactino. Su ciò v. oltre.
(') Lycophr. (= Tini.) v. 1225 sqq. Cfr. Geffckex, op. cit. p. 41 sgg.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (194/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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