Storia di Roma di Ettore Pais
IL CULTO DI ENEA E DI AFRODITE NEL LAZIO.
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volcensi apprendiamo come, sino dal secolo Ili almeno, gli artefici etruschi celebrassero miti troiani; sul finire del secolo IV od al principio del III i Laviniati potevano dunque credere anche essi a tali origini.
Il siracusano Callia faceva di già menzione di Enea a Roma; secondo Timeo l'eroe troiano avrebbe invece fondato il tempio di Pallade non a Roma, bensì a Lavinio. Tale circostanza è stata giustamente messa in rilievo dacché la tradizione romana, che in questo particolare merita una certa considerazione, è costante nel riconoscere che Enea si fissò primieramente a Lavinio, dove ancora in età storiche, sotto la supconiazione religiosa degli Ardeati, i Latini si radunarono nel celebre Aphrodisium. (l) Che questo santuario fosse realmente di origine greca non pare si possa mettere in dubbio, ed è stato più volte osservato come, secondo l'annalista Cassio Emilia, esso sarebbe stato fondato da Enea, il quale avrebbe ivi importato dalla Sicilia la statua di Venere. (-)
(*) StraboNb, V, p. 232 C. parlando di Lavinio dice: I/ov xo'.vóv tfifcv Ax-xivtov ispèv è-'.jisXoOvw. S'aù-oO S-.à -?o::óXArdea dice: iz"'. lì v.'xi xaùxyjs nÀyjsiov 'A^po^foiov ót:o'> navijyupi-£ooai Aatìvo:. Naturalmente, come ha notato il Beloch, negli Jahrbuecher f. Phil. 127, p. 173, Strabone erroneamente parla due volte di un solo tempio. La leggenda troiana ad Ardea diè origine alla versione che essa si fosse anticamente detta Troia, v. Citar, apd. Stbph. Byz. s. v.
(*) Cass. Hem. apd Sol. II, 14, p. 35 M. " Nec omissuin sit, Aenean aestate ab Ilio capto secunda Italicis litoribus adpulsuin... in agro Laurenti posuisse castra: ubi dum simulacrum quod seenni ex Sicilia advexerat, dedicai Veneri matri quae Frutis dicitur etc. „ La forma Frutis, cfr. Paul. ep. Fest. v. s. Frutinal p. 90 M, parrebbe connettersi con l'osco * futrei „ (Io nega però il Mommsex, unterit. Dialekte, p. 310; e sembra più naturale, come fa anche il Preller, roem. Mythóloyie, V, p. 436, pensare alla greca Afrodite e che qui ci sia una di quelle tante storpiature che anche gli Etruschi fecero per nomi greci. Che Frutis sia forma greca e che greco sia l'Aphrodision di Lavinio mi pare dimostri in modo quasi evideute il fatto che Plinio, XH. Ili, 57, lo chiama pure con parola greca 4 Ardea a Danae Persei matre condita, dein quondam Aphrodisium „. Senza osare da ciò ricavare nessuna certa deduzione, noto che il nome di Laviuiuni ò in sostanza quello di Aaì/og (= Aafivo;) delle monete della sibaritica Aio;, v. Garrucci, moti. d. It. Ani. tav. CXVIII, n. 9.
Anche Laurentuiu rammenta Laurete, la mitica figlia di Lacinio, Lycopjir. v. 1015, cfr. Sch. ad I.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (196/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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