Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
mente o indirettamente erano con essi collegati. (') Si suole asserire che il culto di Venere Ericina è di origine orientale. Nulla prova questo asserto. (•) E invece lecito affermare l'opposto; e senza negare in modo reciso che il dominio punico possa avere piìi o meno modificato quel culto, siamo autorizzati a pensare che i Cartaginesi, come accolsero dai Sicelioti il cuito di Demeter e di Kore, (3) abbiano cosi ereditato dagli Elimi quello di Afrodite Ericina. Ciò è anzi dimostrato nel modo più evidente dalla storia della sacra festa delle Anagogia, durante le quali si supponeva che Afrodite dal monte di Erice si recasse a Cartagine, e che ogni anno ritornasse nella sua sede. (4) Aggiungiamo che stando alle dichiarazioni degli antichi, i Cartaginesi trasportarono a Sicca Veneria il culto di Venere Ericina. (r') Anche la graziosa leggenda delle peregrina-
(') Il mito dei lunghi viaggi di Enea va messo alla pari di quello di Eracle, di Ulisse etc. E ozioso insistere oltro sulla genesi psicologica di tali racconti.
(•') Non lo prova certo la sacra prostituzione che era fenomeno tanto semitico quanto greco. Ierodule sacre ad Afrodite lo troviamo a Corinto ed a Locri opizefiria. Per quest'ultima città sopratutto, sarebbe assurdo pensare ad elementi ed a culti semitici.
(3) Piod. XIV, 77, ad a. 396 a C. Così a Cartagine come a Roma i sacerdoti di Cerere furono scelti fra i Greci. Lo studio dell'arte figurata, sopratutto delle torrecotto trovate in Sicilia ed in Sardegna, dimostra in modo manifesto quale e quanta sia stata l'efficacia del culto o dell'arte greca fra i Cartaginesi. Quali sono invece le tracce sicure dell'arte e della religione punica nelle città propriamente groche? Ben poche, dacché certi tipi di carattere orientale sono patrimonio dell'arto gioca arcaica.
(*) Di tali àvaY&Y'.a ci porgono un grazioso racconto Atbxeo, IX, p. 394 f ed Emano, XA. IV, 2; )'//. 1, 15, che derivano indirettamente da una fonte comune.
C) Sol. XXVII, S, p. 117 M. 14 Clypeam civitatoni Siculi extruunt et Aspida primuni nominant, Veneriam otiam in *q natii Voneris Erycinae religiones tran-stulerunt „. Veneria è notoriamente Sicca Voneria, il nome di Sicca può darsi che si nasconda nel passo corrotto " in quatti Il dispregio in cui, anche da critici eminenti, si tiene questo luogo, dipende da poca conoscenza della storia punica e siciliana. Non è strano che i Cartaginesi, signori di tanta parto della Sicilia, abbiano trasferito qua o là abitatori di questa isola, che abbiano fondate colonie di Siciliani a Sicca e che nello città africano vi siono stati empori di Sicelioti, ad Aspis come a Neapolis (cfr. Tiiuc. VII, 50). Forse perche Sicca (= Sicilia?) ora una colonia di Sicelioti, in essa furono internati i mercenari portati dalla Sicilia dopo la fine della prima guerra punica v. Polyb. I, 66 sq. Anche
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (199/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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