Storia di Roma di Ettore Pais
1(182 CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
Laurento, padre di Lavinia da lui conceduta ad Enea od a Turno re di Ardea, ha per base dopo tutto più di un elemento storico. Il celebre Afrodisio di Lavinio era realmente posto fra il territorio di Laurento e di Ardea. Fra le due città devono essere sorte più volte contese per il possesso di quel luogo e di quel tempio, nè più nò meno come il tempio di Olimpia o di Diana Linmatide furono oggetto di contese fra i Pisati e gli Elei, fra gli Spartani ed i Messeni. La direzione del culto, che anche più tardi era in mano degli Ardeati, dimostra, come si fosse venuta ad un compromesso fra i due stati limitrofi. Laurento ò in possesso di Latino, l'eponimo della gente Latina, Ardea di Turno o Tirreno, l'eponimo degli Etruschi, che nel secolo V dalle stirpi Sabelliche vennero realmente cacciati da Roma, da Tuscolo, dalle altre città del Lazio, infine dalla regione volsca e dalla Campania. (') E questa guerra nazionale fra Latini ed Etruschi e espressa nel racconto delle relazioni fra Latino, alleato di Enea, e Mesenzio, il crudele re etrusco, signore dei Ceriti. (-)
(') Turnus è detto Tuppyjvóg da Dionisio, I, 64 ed Appiano, de reg. 1, 1, parlando della guerra di Enea e dei Rutuli dice: àr.ò TooxoùXwv iwv Tupprjvùjv. Con lui concorda, nella sostanza, il vecchio Catonk, il quale apd Macrob. Ili, 5, 10, l'etrusco Mesenzio faceva re dei Rutuli. Cfr. apd Sekv. ad Aen. XI, 567 = fr. 62 P: " Licet Privernas (ossia Metabus) esset tamen quia in Tuscorum iure paene omnis Italia fuerat generaliter in Metabum omnium odia ferebantur. nani pulsus fuerat a gente Volscoruni, qnae etiam ipsa Etruscoruni potestate regebatur, qnod Cato pienissime executus est „. E appena necessario ricordare che secondo la leggenda,
i Volsci sono alleati di Turno. Secondo la versione accolta da Virgilio, Aen. Vili, 492, Mesenzio cacciato da Cere è accolto dai Rutuli e da Turno. Anche la tradizione che fa i Luceres derivati da Lucerò re di Ardea (v. Paul, p. 119 M s. v. Luceres) allude all'origine etnisca di costoro; su ciò v. al cap. sg.
(s) Mesenzio re dei Ceriti (o dei Rutuli secondo Catonk apd Macrob. i. c.) pretende, secondo il mito, che le primizie del vino vengano a lui offerte. I Latini sotto Enea, Ovid. fast. IV, 877 sgg. (cfr. Varr. apd Plin. SII. XTV, 88). Plct. q. Boni. 46 o sotto Ascanio, Dion. Hal. I, 65, fanno di ciò offerta a Latino che scomparso in guerra diventa Iuppiter Latiaris, v. Counificius apd Fest. s. v. Oscillantes p. 194 M. Questa leggenda, come quasi tutte le altre di cui discorriamo, si riconnette con la cerimonia di un culto, nel caso nostro con l'offerta delle primizie del vino a Giove Laziare, v. Fest. s. v. Rustica Vinalia (= 19 Agosto), p. 265 M. Fast. Praenest s. v. IX Kal. Mai (=23 Aprile), v. Mommsen, ad CIL. P, p. 316: " [ l'ini omnis novi Ubamcntum loci] consecratum [«/, cum Latini bello preme) rentur ab Rutiliis, quia Mezentius rex Etrus[co]rum pasciscebatur si subsidio ve-
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898
pagine 629 |
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Pagina (205/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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