Storia di Roma di Ettore Pais
SIGNIFICATO DEI MITI DI ENEA, DI LATINO E DI TURNO. 183
La guerra celebrata dalla musa vergiliana, a partire almeno da Catone, ricordata anche dagli storici romani, non è interamente fantastica. La leggenda, come è spesso suo costume, non tiene alcun conto della esattezza cronologica. Essa commette un grave anacronismo supponendo avvenuto in età remota ciò che non potò accadere prima della line del secolo VI. Allo stesso modo i Greci avevano già affermata fiorente nel secolo VIII, al tempo della fondazione delle più antiche loro colonie dell'Italia meridionale e della Sicilia, la pirateria etrusca che tali città molestò nel secolo VI. (l) Così la leggenda focese al tempo della fondazione di Marsiglia, verso il 600 a. C., parlava di relazioni amichevoli con i Galli, che solo nel secolo IV fecero la loro comparsa sulle coste del Mediterraneo, e che ancora più tardi contrassero amicizia con i Massai ioti. ( ') Il racconto leggendario, in questo come in altri casi, espone come reali fatti storici le storielle che si raccontavano intorno agli dei adorati nei santuari nazionali. Latino ed Enea sono forme diverse del culto di Giove, come con Vesta vanno identificate Amata e Lavinia; e la storia del vino richiesto da Mesenzio ed offerto invece a Giove dai Latini si riconnette con la sacra cerimonia delle " Vinalia „.
Questo racconto ricevette però quella forma che ò consacrata nella tradizione ufficiale, non già in seguito a contese sorte fra Ardea e Laurento, bensì dagli avvenimenti per cui quelle città caddero in potere dei Romani. Ardea, secondo una tradizione che è interamente indegna di fede, sarebbe diventata colonia latina fino dal 443 a. C. È assai più credibile il racconto secondo il quale i Laurenti-Lavinati vennero in potere dei Romani solo nella seconda metà del secolo IV. La tradizione riferisce, che nel 340 a. C. il popolo romano volendo premiare i Laurenti della fedeltà da essi dimostrata nellanisset omnium annorum vini fructum „. Queste notizie fanno capo al vecchio Catone apd Macrob. III, 5, 10: " ait enim (i. e. Cato) Mezentium Rutulis imperasse ut sibi otferrent quas dis primitias offerebant et Latmos onines similis imperii metu ita vovisse: Iuppiter si tibi magis cordi est nos ea tibi dare potins quam Mezelitio, «ti nos victores facias „.
(') V. la mia Storia cit. I, cap. II ed app. Vili.
O V. Liv. V, 34, 8; cfr. Iust. XLIII, 3.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (206/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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