Storia di Roma di Ettore Pais
PASSAGGIO DEL MITO DI ENEA DA LAVINIO A ROMA.
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dai tempi più vetusti il culto del fiume Numicio fosse identico con quello di Enea, dacché alcuni, come Catone, lo facevano sacro al padre di lui Anchise. Ma è chiaro che qualora questi miti non fossero già stati localizzati e diffusi prima della metà del IV secolo, la leggenda ufficiale non avrebbe collegato Enea con Lavinio, bensì con Roma stessa. A partire dalla annessione della Campania, compiutasi appunto in quegli anni (338-334 a. C.), dopo la vittoria di Sentino (295 a. C.) e le conquiste sannitiche, terminate con la sconfitta dei Tarantini e l'arrivo di Pirro (281 a. C.), Roma non avrebbe più riconnesso con l'umile borgata latina il mito di Enea, del quale (come sogliono fare i re per le proprie genealogie e affinità dinastiche) si valse per mescolarsi con parvenza di diritto nelle grandi questioni politiche con gli stati greci di Oriente. Se Roma non die credito alla leggenda, secondo cui Romolo e Remo erano figli di Enea o di una figlia di costui, ma, a partire almeno da Ennio e da Catone, celebrò Lavinio e l'arrivo di Enea nell'agro laurentino, ciò significa chiaramente che tale leggenda e tal culto erano stati qui localizzati prima ancora che sulle sponde del Tevere. Riconoscendo tale priorità Roma compieva del resto un semplice atto politico, dacché Lavinio era uno dei più famosi santuari della gente Latina. Durante la stessa guerra, con cui soggiogava e per sempre i soci Latini, si impadroniva di quei culti che le davano maggiormente diritto di considerarsi come unica rappresentante degli stati che appartenevano alla stessa nazionalità e che adoravano gli stessi dei. Allo stesso modo essa procedette verso il culto di quel Giove adorato sulla vetta del monte Albano, del quale il re Latino non è che una forma.
Alla fondazione di Lavinio sarebbe infatti seguita quella di Alba; quivi si sarebbero succeduti molti re, i quali avrebbero avuto in dominio non solo il territorio albano, ma anche quello di Lavinio ed in generale delle trenta città latine sino al Tevere, ossia sino al confine della potenza etnisca, (*) La leggenda ufficiale di-
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (208/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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