Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
figura nella storia di Romolo. (') È fuori di contestazione che il re Amulio è il capostipite della gens Aemilia, che. anche per mezzo di altre leggende più onorevoli collegava se stessa con le origini della Città. Può darsi che anche gli Antoni non siano rimasti estranei a questo genere di falsificazione, e la leggenda dei re albani pare sia stata oggetto di ulteriori manipolazioni al tempo del secondo triumvirato. (;) L'epiteto di Silvio e di Silvi dato al figlio di Ascanio
(') Di questo parere è anche il Trieber nell'/Zm^s, XXIX, p. 129, il quale osserva come secondo Ovidio, fast. II, 499. questo personaggio venga da Alba Longa. Proculus sta a Procas come Volsculus a Volscus, Romulus a Kemus (Piofiog). Iuiius Proculus è di già noto a Cicerone, de ìcg. I, 3; de re/). II, 20, in opere scritte durante gli ultimi suoi anni, ossia durante il periodo della piena potenza di Cesare.
(•') Paul. p. 23 al: u Aemiliam gentein appellatali! diclini a Mamerco Pytha-gorae philosophi filio, cui propter unicam humanitatem cognomen fuerit Aemylos. alii, quod al) Ascanio descendat, qui duos habuerit tilios Iuluni et Aeniylon r; Plut. Hom.2, 7: 0£ Zi Aijx'jXiav xyjv Aìvsiou •/.«¦ AaJJivfocg ""Ape: ooYYSvopsvyjv.
Il nome degli Aemili deriva dalla aijiuXia ossia festivitas od humanitas anche Plutarco, Xwh. 8, 11; 1*. Aem. 1, 1, cfr. la moneta di m\ Emilio Lepido, monetario verso il 112 a. C. apd Babklon, op. cit. I, p. 118. Anche nel passo corrotto di Apollodoro apd Fest. s. v. Romani, p. 269 M a ... Aenea et Lavinia natos Mayllem, Mulum Rhomumque „ può darsi, ciò che è stato supposto più volte v. ad es. Schwegler, roem. Geschichte, I*, p. 402, n. 15, che si nasconda un Ae-milius e che vi si debba leggere: Aemylien Romulum Rhomumque; Amulio ò detto meno scorrettamente AljiiXiog nella favola del psendo Plutarco, parali, min. 39, che lo localizza a Segesta in Sicilia; ma questa è redazione di età assai tarda.
Secondo la fonte di Plutarco, Rodi. 3, 6, la figlia di Amulio che salva Ilia
0 Rea Silvia si sarebbe chiamata *Av&tò. Non è detto che Plutarco abbia tolto tale nome da Diocle di Pepareto, ovvero da Fabio, poco innanzi da lui citati, dacché egli dice solo di seguire nel complesso la versione di quegli autori. Nel fatto, come mostra anche il confronto con Dionisio, egli si attiene ora ad una ora ad un'altra tradizione, non allontanandosi dai dati fondamentali; e ciò prova anche la circostanza che ove ricorda Antho, salvata dalla sua cugina dice: ta-jtrjv ci lisv 'lX(av, oi 5è Tsav oi lì uiav òvd,ia£cuo:. Mi nasce il sospetto che Anto sia la donzella da cui si facevano discendere gli Antoni e che accanto alla versione diremo cos'i, antica ed ufficiale, accettata dallo stesso Triumviro, il quale si vantava discendente da Anton figlio di Ercole, Plut. Aut. 4. 36, cfr. Habelox, op. cit. I, p. 165, ve ne fosse un'altra che ricongiungeva tale gente con Enea ed
1 re albani. Cfr. l'elenco delle cosi dette genti albane nel voi. di complemento al presente.
Il Trieber nell'Hermes, XXIX, p. 133, n. 5, tenendo conto dei passi già cit., in cui gli Emill e gli Iuli vengono riconnessi con i re albani, suppone che questa ver-
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (213/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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