Storia di Roma di Ettore Pais
GENESI DELLE VARIE LISTE DEI RE ALBANI.
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ed agli altri re albani pare vada inesso iu relazione col nome del dio Silvano molto onorato dagli antichi Romani, che nelle leggendarie battaglie dei primi anni della repubblica gli attribuiscono quella parte che in quella del Regillo è riferita ai Dioscuri. Tale epiteto ad ogni modo giovò per distinguere e scindere in due gli stessi personaggi, i primi dai meno antichi Enea e Latino.
In generale le gesta attribuite a codesti re paiono duplicazioni di elementi appartenenti alla leggenda di Enea, ovvero di altri che si riferiscono alla pseudo storia dei re di Roma. Ascanio, che obbliga la matrigna Lavinia a fuggire nella selva (dove è nascosta dal pastore Tino e dà alla luce quel Silvio, il quale lasciò il titolo di Silvi a tutti i suoi successori) in fondo in fondo è lo stesso motivo che figura nella storia dell'altro re albano, che perseguita la vestale Rea Silvia, la quale nascostamente dà alla luce Romolo e Remo, esposti del pari in una selva e nutriti, come Silvio, da un pastore. (') 11 nome del pastore Tino o Tirreno è un nome assai generico e figura nella storia di Turno ossia Tirreno. (*) Il re Tiberino, che, combat-
siono abbia avuto origine al tempo, in cui M. Emilio Lepido e suo figlio cospirarono contro Augusto, v. Vbll. II, 88. Mi sembra meno lontana dal vero l'ipotesi, che come al tempo del pontificato massimo di Giulio Cesare si inventò l'iulo figlio di Ascanio pontefice massimo ad Alba, così al tempo del triumvirato di Ottaviano di Emilio Lepido e di Antonio, si sia escogitata una genealogia, che riconnetteva tutti e tre codesti personaggi con una comune discendenza dai re albani. Che si sia fatto alcun che di simile in tali circostanze polìtiche provano il re albano Atys, da cui per parte materna sarebbe disceso Augusto, la genealogia inventata a favore di Vespasiano, tostochè diventò imperatore, v. Suet. Vesp. 12, quella creata per l'imperatore Antonino detto discendente da Ninna, Cfr. Iul. Capit. Aut. I, 6. Eutkop. Vili, 9, 1. Nel caso nostro va notato, che il figlio del triumviro Antonio e di Fulvia si chiama appunto lullus Antonius, Mommsen, roem. Forscliungen, I, 35; Hermes, I8S9, p. 155. Verrio Fiacco, da buon maestro dei nipoti di Angusto, v. Suet de gramm. 17, poteva registrare anche una versione che diceva Itilo ed Emilo figlio di Ascanio, ma ciò in omaggio al triumviro M. Emilio, rispettato da Angusto (al pari del figlio di Antonio, prima che fosse convinto di adulterio con Iulia) ma non già del figlio di M. Emilio, che per aver cospirato contro l'imperatore fu fatto uccidere (30 a. C.)
(') Dionisio, I, 81, fa dire allo stesso Romolo di essere stato esposto nelle selve. Cfr. Cic. de rep. II, 4.
(*) Dionisio, che chiama Tuppyjvd; Turno, I, 64, dice Tuppr,vó£ I, 70, anche il pastore che già Catone diceva Tyrus = Thyrrlios, v. Serv. ad Aen. VI, 760.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (214/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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