Storia di Roma di Ettore Pais

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      1(194 CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
      zione. (') La maggioranza di tali re venne creata nell'età romana; ciò spiega perche alcuni di essi abbiano nomi che ricordano il Tevere, l'Aventino, il Campidoglio, ed anche perchè taluni, come Tar-chezio e Komolo, siano la copia dei romani Romolo, Tulio Ostilio e Tarquinio, (*) e perchè infine di Romolo fu fatto un re latino, coetaneo di Tulio Ostilio. Tutto calcolato può ben darsi che non abbia commesso un errore Floro, ma abbia seguita una antica fonte, allorché dice che i re Albani furono sette, tanti quanti la leggenda attribuisce a Roma.
      La tarda origine della leggenda dei re albani è la causa per cui essa sta in diretta opposizione con alcuni di quei racconti, che ottennero di essere reputati interamente storici. I re albani infatti non sono soltanto in contradizione con le più antiche leggende che asserivano che Romolo fosse tiglio o nipote di Enea, (3) e con
      (') C'erto non sono un serio argomento a favore della reale esistenza di Alba le rovine del palazzo di Amnlio I o Romolo Silvio, Diod. VII, 3. Dion*. Hal. I, 71. Oruj. ijent. /ioni. 18, 4, che non sono altra cosa che la localizzazione del mito di Salmoneo, al quale Giove avrebbe distrutto la reggia, Sopii, fr. 402-90 Nauck; cfr. Vbro. Aen. VI, 58.
      Per spiegare come non si vedesse nessuna traccia della pretesa città di Alba Longa, si diceva che era stata distrutta dalle fondamenta e che u templis tainen deuin... temperatimi est „ Liv. I, 29, 6; cfr. XXVI, 13, 16, 41 Albani... a fundamentis proruernnt (cioè i Romani) ne stirpis ne memoria originimi suarum extaret „. Naturalmente è assai diversa la questione se sulla vetta del monte albano, anziché una città, ci fosse una cinia di difesa, una delle cosi dette cinte pelasgiche o ciclopiche, che coronavano molti punti forti e che servivano di rifugio in tempo di guerra. Il territorio dove sarebbe sorta Alba Longa, pare appartenesse ai Cahensi v. oltre p. 201, n. 3.
      (*) Quanto Promationr apd Plut. Iìom. 2, dice del re Albano Tarchezio, non concorda soltanto con ciò che si favoleggiava intorno all'albano Amulio, ma anche con la storia leggendaria di Servio Tullio nato in casa di Tarquinio Prisco.
      (3) Diod. VII, 5, combatte l'opinione di coloro che asserivano che Romolo fosse nato da un tiglio di Knea, dacché, dice egli, la città fu fondata, exsoi xpic: 7tXet03'. tòjv t£xpaxoo{iov xai xpiàxovta. Anche Dion. I, 73, dice che v'erano tradizioni romane secondo le quali Romolo e Remo fondatori di Roma erano o figli o nepoti di Enea. Tali tradizioni conservate nelle ispai ds/.ioi, non sono che.una ripetizione di quelle del genere di Callias e degli autori del genere di Agatocle Ciziceuo sopra citate. È vero che Ennio e Nevio, così ci è detto,


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Tevere Aventino Campidoglio Tar-chezio Komolo Romolo Tulio Ostilio Tarquinio Romolo Tulio Ostilio Floro Albani Roma Romolo Enea Alba Amnlio I Romolo Silvio Diod Salmoneo Giove Sopii Nauck Alba Longa Liv Albani Romani Alba Longa Cahensi Quanto Promationr Plut Albano Tarchezio Amulio Servio Tullio Tarquinio Prisco Diod Romolo Knea Xet Dion Romolo Remo Roma Enea Callias Agatocle Ciziceuo Ennio Nevio Dion Hal Aen Naturalmente