Storia di Roma di Ettore Pais
CONTRASTO FRA LA LEGGENDA ALBANA E LA ROMANA. 195
quella pure assai antica, clic attribuiva allo stesso Enea, anziché a Latino Silvio, la fondazione delle città dei Prisci Latini, (l) ma persino con la versione ufficiale del ratto delle Sabine. È chiaro che i Romani non avrebbero mai pensato ad accogliere il racconto secondo cui, mancando ad essi il connubio con le genti vicine, rapirono le donzelle dei limitrofi Sabini, quando avessero già considerato comefacevano di Romolo un nipote di Iviea, v. Skrv. ad Aen. I, 273, ma Ennio parlava di una Ili», figlia di Enea apnd Skrv. VI, 77, e di un'altra llia da Amulio fatta precipitare nell'Amene, v. Porpiiyr. ad llorat.car. 1. 2, 17, cfr. Ciiarìs. 90 K. Egli dunque conosceva la serie dei re albani, ed al pari di Eratostene, che diceva Enea avolo di Romolo, ma che fissava la fondazione di Roma al 751 a. C. duplicava llia e Romolo, e faceva due fondazioni di Roma. Non si può dimostrare che i più antichi scrittori Romani localizzassero Enea a Roma, prima che a Lavinio. Ennio apd Prisc. I, 338 H, accennava al lido laurente, e non v'è dubbio clic lo stesso facesse Nevio, il modello di Virgilio, il quale ricordava Amulio, v. Non. 116, 30, cfr. Fest. p. 210 M.
C1) Secondo Licofrone (Timeo?) v. 1255 sqq. Enea non solo fonda "opyoug xp'.xxovxa, ossia le città dei Prisci Latini, ma conquista il paese dei Volsci, dove fonda Circei e giunge sino al contine del Iago Fucino. Diodoro, VII, 5, 9, invece attribuisce a Latino Silvio la fondazione delle seguenti 18 città:
Tibur Tusculo Lannvio Satrico Crustumerio Camelia Preneste Cora Labici Alicia Cenina Medullia
Gabi Pomezia Scapzia Telleno Fregelle Boia
[j'oriyo yentis romanae, 17, ricorda solo Preneste, Tibur, Gabi, Tusculo, Cora, Pomezia, Locri? Crustumio, Camelia, Bovilla u ceteraque oppida circumquaque „. Latino Silvio non è che la duplicazione di Latino il vecchio, l'unico eponimo della gente latina, e la lista delle città, che a lui vengono attribuite, mostra come si avesse presente non solo il Latinm vetus, ma anche il Latium adiectum dopo le vittorie degli anni 340-338 a. C.
Di queste città alcune vantavano origini tutt'altro che albane: Crustumerio dall'annalista Cassio Emina era stato detto fondazione dei Siculi, v. s. p. 141, n. 5, Tibur (e fosse anche Cora) degli Arcadi, v. s. p. 141, n. 4, Gabi pure dei Siculi v. s. p. 141, n. 6. Lannvio di Diomede App. b. c. Il, 20, Alicia di Danae, Plin. iSU. III, 56, Preneste di Ceculo o di un discendente di Ulisse Sol. II, 8, p. 33 M. Tnscnlo di Tclegono figlio di Ulisse Sol. I. c. Con queste differenze va messa in rapporto la versione di carattere siceliota che le origini del Lazio e di Roma collegava con Minosse, Sf.rv. ad Aen. Vili, 330; cfr. 1, 533. Intorno alla tradizione, che tali città faceva indipendenti da Alba v. oltre p. 200. Secondo una narrazione nota a Plutarco, Rom. 23, 9, i Prisci Latini divengono alleati di Romolo.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (218/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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