Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
A tale serie di re albani non dette certo origine uno scrittore romano. Lo provano diverse circostanze: il mito di Romolo Silvio, che ò la localizzazione perfetta del racconto dell'eleo Salmoneo; (') Egerio od Egesto, il compagno di Ascanio od il fratello di Rea Silvia ucciso da Amulio, nomi che ricordano il siciliano Egesto compagno di Enea. Prendendo alla lettera le parole di Plutarco parrebbe doversi conchiudere che questa leggenda venne per la prima volta raccontata da Diocle di Pepareto; ma è molto più probabile che lo storico di Cheronea volesse solo dire che Diocle la divulgò per il primo fra gli Elleni della Grecia propriamente detta e dell'Asia Minoro. (*) D'altra parte il nome Egesto ci indurrebbe piuttosto a
(') Su Salmoneo v. ad es. Diod. VI, 6, 2. Vero. Aen. VI, 5S5 sqq. Di Salmoneo parlava Euripide nella tragedia detta Piolo, v. fr. 14, Nauck, 2* ed.
(J) La forma Aìysoxog è data ad es. da Dionisio, 1, 76, quella di Aiyéaxr,g da Tzetz. hist. V, 21; Appiano, de reg. 1, 2, ha "E-'eaxog. Occorre alla niente AiYécxrjg ad Alysorog ricordato nella leggenda di Enea, che narrava dell'arrivo di quell'eroe prima in Sicilia e poi nel Lazio, v. ad es. Dion. Hal. I, 51. Skrv. ad Aen. I, 340 ; V, 30. Schof. Lgcophr. ad v. 952 ; 964.
Anche per Segesta si trovano le forine A'iyeaxa ed "Eye^xa v. Pape-Bf.n-seler, s. v. Il nomo di Aiyssxos può essere la trasformazione ellenica di Ege-rius, che è antico nome italico. Oltre alla ninfa Egeria, si pensi ad Egerius il dittatore di Tusculo Cat. apd Prisc. IV, p. 537 II. 11 punto di contatto fra l'Egcsto di Lavinio e quello siciliano ha osservato anche il Preller, roem. MytUoì. II3, p. 313. La forma Amulius che compare di già in Nevio apd Non. 116, 30. presuppone in parte una forma greca, o meglio un adattamento a forma greca (i primi annalisti scrivevano appunto in tale lingua), ma trova anche la sua spiegazione in forme latine v. ad es. CIL. X. 7, 1783; IV, 2626; Vili, 717, 721 etc. Da ciò però non ricaverei con lo Jordan, die Koenige ini alten Ifalien, p. 6, che la gente, che die vita al mito di Amulio, fosse plebea.
(j) Plut. Rom. 3, inifc.: xoò li tcìotiv l^oviog Xóyou ,'iàX:3xct v.y.i ftÀsiaxoo; pàpx\>pag, xà jiiv xypitóxaxa rcpwxog sig xoòg "EXXyjva^ èjié&toy.e A'.oy.X^g 6 IIe-uapr40-.oj (p -/.ai scJ3».oc IIixxo>p sv xoig JtXsiaxoig ItojxoXoó&vjxi, cfr. ib. S, ove di questo Diocle si dice: 5; 8oxsi nptòxos sy.Soòva'. 'Pió^g xxfotv. Può ammettersi clic Diocle abbia ornato con molti particolari la leggenda «lei Gemelli, aggiungendo elementi tolti da altri miti greci, e che quindi di lui si potesse dire che avesse scritto per primo la xxiaig. Ma è certo che Hoinolo e Remo erano riconosciuti fondatori della città prima di lui, e ciò provano le monete romano-campane della fino del IV secolo, v. Baiielon, mon. d. I. rejt. rom. I, p. 13, il passo di C'allia Siracusano apd Dion. Hal. I, 72, e la statua dei gemelli dedicata dagli Ognlnì, edili cimili, a Giove Capitolino nell'anno 296 a. C. Liv. X, 23, 12.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (221/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Romolo Silvio Salmoneo Egerio Egesto Ascanio Rea Silvia Amulio Egesto Enea Plutarco Diocle Pepareto Cheronea Diocle Elleni Grecia Asia Minoro Egesto Su Salmoneo Salmoneo Euripide Piolo Nauck Aìysoxog Dionisio Aiyéaxr Tzetz Appiano AiYécxrjg Alysorog Enea Sicilia Lazio Aen Segesta Aiyssxos Ege-rius Egeria Egerius Tusculo Cat Prisc Egcsto Lavinio Preller Amulius Nevio Vili Jordan Koenige Ifalien Amulio Plut Xóyou XXyjva IIe-uapr IIixxo JtXsiaxoig ItojxoXoó Diocle Soòva Diocle Gemelli Hoinolo Remo Siracusano Dion Ognlnì Giove Capitolino Liv Diod Vero Aen Dion Hal Skrv Hal
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