Storia di Roma di Ettore Pais

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      TEMPO IX CUI SORSE LA LISTA DEI RE ALBANI.
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      possa stabilire, che sino alla loro piena sottomissione (340-338 a. C.) i Latini fossero soliti radunarsi non sulla vetta del monte Albano, bensì nel bosco sacro a quest'ultima dea. (') La storia tradizionale racconta che le Ferie Latine in onore di Giove Laziare vennero istituite primieramente da Tullio Ostilio, poi da Tarquinio. (-) Nel fatto il santuario posto sulla vetta del monte Albano, donde si scorgeva non solo tutto l'antico Lazio, ma buona parte del paese dei Volsci che in origine, anziché agli Albani, pare appartenesse ai Cabensi, (a)
      fatto precedente) Liv. 11,38, e per l'anno 349 a. C.: * concilia populoruin Latinorum ad lucum FerentinacLiv. VII, 25.
      (') Do come sono tramandate nel testo lacero di Ff.sto s. v. praetor, p. 241 AI, le parole di Ciucio, l'erudito dell'età augustea, il quale nel trattato de consnlum potestate diceva u Albatius f rerum potitos usque ad Tullum regem: Alba deinde diruta usque ad f poectum (i. e. Decium) M il reni eos populos Latinos ad capud f octentinae (i. e. caput Fereiitinae) quod est sub monte Albano consulere solitos et imperimi) communi Consilio administrare. itaque quo anno Romanos iinprs f (iniperatores) ad exercitum mittere oporteret iussu nominis Latini coniplures nostros in Capitolio a sole oriente auspicis operam dare solitos. ubi aves addi-xissent militem illuni, qui a commini Latio missus esset illuni quem aves addixerant Praetorem salutare solitimi qui eam provinciali! optineret Praetoris nomine „.
      (2) Le due tradizioni sono riunite in Livio, Vili, 5, S, cfr. Dion. Hal. II, 49. Forse l'autore, da cui Plutarco, liom. 23, 9, tolse che i Prisci Latini fecero alleanza con Romolo, pensava che le Ferie Latine erano state di già istituite dal primo re di Roma. Quando poco dopo lo stesso autore dice che questi per espiare la morte di Tito Tazio fece lustrazioni (-/.a^apiio-:) oOg iti vòv ioxopo>3i zzi xfjg spsvT:vvjg z'iÀvjg oyvxaXsi-jO-a'., può ammettersi come è stato più volte fatto, v. Scfiweglrr, roem. Gcschichte, I\ p. 522, n. 9, che in luogo di rcóXr/; sia da leggere o OXr^ o tcvjy^;. Tuttavia può darsi si tratti realmente dell'epiteto di una porta romana detta Ferentina. Noi sappiamo che nel tempo in cui si compievano le Ferie Latine sul monte Albano, anche a Roma se ne compievano in onore di Giove Capitolino, v. Plin. XII. XXVII. 45, cfr. Quint. Ili, 1, 5. perchè il culto dell'uno era strettamente connesso con l'altro, e il Giove del nomen Romanum era quello del nomen Latinum. La statua colossale di Giove Capitolino, notavano gli antichi, si vedeva dal tempio di Giove Laziare, Plin. XII. XXXIV, 43.
      Può pensarsi che a Roma ci sia stata realmente una porta Ferentina e vi sia stato trasportato il culto di questa dea, allo stesso modo e per le stesse ragioni per cui fuori della porta Capena fu localizzato il culto della ninfa Egeria, che era originariamente onorata ad Alicia. Sul che v. oltre nel cap. sg.
      (J) Sui Cabenses sacerdotes feriarum Latinorum monte$ Albani, v. CIL. VI, 2173 sgg. Il nome dei Cabeuses ricordati anche da Plinio, XII. 11,209; III. 63,


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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