Storia di Roma di Ettore Pais
1(214 CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
erano perfetti conoscitori delle sacre cerimonie e della scienza augurale. (')
Di tutti questi tratti i più notevoli e degni di studio sono: la menzione di due fondatori della città in luogo di un solo, la sede da essi scelta per sorvegliare la comparsa degli avvoltoi, che dovevano dare l'augurio, e la condizione sociale delle persone che a Romolo e Remo si sarebbero unite per fondare Roma.
E fuori di dubbio che le più antiche tradizioni non parlavano di Romolo e di Remo, bensì di un solo Romolo o Remo. (') Remo o Romo, come lo chiamavano gli scrittori greci, non è che una duplicazione dello stesso nome. Remo sta a Romolo, come Faustino al pastore Faustolo, Argeo al suo fratello Argo. Esso scompare rapidamente senza lasciare di sò alcuna traccia nel culto e nella topografia, e sembra evidente, ciò che ha visto il più grande storico di Roma, che sia stato creato prima della fine del secolo IV, con il fine di legittimare la duplice magistratura consolare, e di mostrar questa uguale nella sua essenza alla monarchia, la quale nelle sue origini sarebbe stata pure costituita di due re, di cui uno attivo, l'altro inattivo. (s)
(') Sull'ager Gabinus rispetto alla scienza augurale v. Vaur. d. I. />. V, 33. Su Romolo e Remo, auguri v. ad es. Cic. de div. I, 3, 170; IJ, 80. Diun. Hal. I, S4, Plut. Rom. 22. Come è noto il " cinctns Gabinus „ si riconnette con lo stesso ordine di idee.
(*) Tradizioni greche che ricordano solo 'Pwjig; ovvero * Pcojiavóg erano note a Plutarco, Rom. 2; cfr. inoltre Xi:nag. apd Dion. Hal. I, 72, gli autori noti ad Agatoclk Cyziceno apd Fest. s. v. Romani, p. 209, cfr. Alcimo ed Antigono, ib. p. 2G6.
(') V. Mommskn, die Remusìetjende nel)*Jlenncs, XVI, p. 1 sgg. il quale p. 7 sgg., crede a ragione che tardi e per effetto di etimologie, con Romolo si collegò il cullo dei Lemiires e la Reinuria, v. Ovid. fast. V, 479, cfr. Porph. ad Ilorot. ep. 2, 2, 209, e che cos'i sorse la teoria che il uions Cermalus fosse uguale a Germalus per accennare ai fratelli Romolo e Remo, Varr. d. i. Ìj. V, 54, cfr. Plut. Rom. 3, 10. Il Monimsen pensa che il frammento di Cassio Emina apd Dioni. I, p. 384 = fr. Il Peter: u pastorum vulgus sine contentione consentiendo praefecerunt aequaliter imperio Remimi et Romulum ita ut de regno pararent inter se „ spieghi come originariamente venne concepita la leggenda dal lato costituzionale, ed esamina a fondo la questione dal putito di vista degli auspici. Anche secondo l'Autore dell'orbo ijentla Romuuae, 23. Romolo e
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (237/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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