Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. II. - LE FONDAZIONI DI LAVIKIO, ALBA. ROMA.
      colle Aventino? come vedremo, fu il centro principale della vita politica o religiosa plebea. In esso, secondo la tradizione, sarebbero talvolta avvenute le secessioni della plebe: quivi si trovava il tempio di Diana, rifugio dei servi, che la tradizione diceva fondato al tempo del re plebeo Servio Tullio, ed alle sue radici si trovava il tempio, pure plebeo, di Cerere. Se la leggenda suppone che o Romolo o Remo esplorarono quivi il volo dei sacri uccelli, ciò difficilmente si spiega con l'etimologia da K aves, „ assegnata all'Aventino sin dal tempo di Nevio. Ciò forse sta in rapporto con il carattere del luogo, con la lunga contesa dei plebei per conseguire che uno dei loro coprisse il consolato, contesa alla quale, secondo la tradizione, pose fine l'approvazione delle leggi Licinio-Sestie (367 a. C.)
      Qualora avessimo colto nel segno, verremmo per altra via a quella stessa determinazione cronologica, alla quale ci conducono i dati degli autori che per i primi narravano la storia dei due fondatori della città, dacché senza dubbio di sorta la leggenda dei Gemelli era accolta ufficialmente dai Romani nella seconda metà del secolo IV. E fra le ragioni che contribuirono a mantenere in vita od a creare la tradizione dei due re, ci fu assai probabilmente la tendenza di rendere lo stato e le istituzioni romane in tutto e per tutto identiche a quelle di Sparta. Le leggi e gli atti di Romolo sarebbero stati deliberatamente fatti ad imitazione di quelli di Licurgo; così il tribunato sarebbe una imitazione delleforato. (l)
      non erano stali favorevoli a Kemo. Seneca, d. brer. ritac 13, S fa dire ad un erudito * propter alteram ex duabus causis, ant quod plebs eo recessisset, aut quod lìeino auspicante ilio loco aves non nddixissent „. La storia del pomerio è tracciata da Gellio nel cap. citato.
      (') Dionisio, ove le leggi di Romolo dichiara imitazioni di Sparta, v. II, 13 sq.; 23, mostra di fare per conto suo tali ravvicinamenti. Tuttavia è certo che anche qui egli dipende, come in buona parte dell'opera sua, da Vairone (cfr. II, 21, ove è espressamente citato) il quale faceva appunto tali raffronti, v. apd Seuv. ad Aen. VII, 176. Vairone, alla sua volta, da fonti greche più antiche toglieva questi apprezzamenti, dacché Posidonio apd Atiien. VI, p. 274 dichiarava che gli Spartani avevano dato ai Romani la loro costituzione (cfr. Cic. d. r. j). II, 15 sqq., ove segue Polibio e Posidonio). Che tali confronti fossero più antichi di Posidonio e risalgano ai più antichi annalisti, credo di poter


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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