Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. 111. - I SETTE RE DI ROMA.
      Al regno pacifico di Ninna, che con i pii sacrifici aveva saputo tenere lontani i nemici da Roma, (') succede dopo un nuovo interregno un re bellicoso: Tulio Ostilio, che richiama in onore le arti della guerra. Nipote di Osto Ostilio di Modulila, ossia del compagno di Romolo, il terzo re romano beneficò tosto la plebe con il terreno che Romolo aveva conquistato sui nemici e che Numa aveva tenuto perse; notizia che sta in contraddizione con quanto riferimmo sopra a proposito di un simile atto da parte di codesto pio principe. (2) Tulio Ostilio si trovò subito implicato in una guerra con gli Albani guidati dal loro duce Gaio Cluilio, il quale contro di lui accampò il suo esercito alle fosse poste a cinque miglia da Roma e che appunto dal duce albano che ivi senza colpo ferire avrebbe lasciato la vita, furono poi dette Cluilie. Gli succedette Mezzio Fufozio, sotto il quale fra Romani ed Albani si venne all'accordo che tre campioni da una parte e tre dall'altra tentassero in luogo di tutto l'esercito la fortuna della guerra con il patto, che il popolo, i cui campioni riuscissero superiori, dovesse riconoscere la supremazia dell'altro. E qui gli antichi avevano occasione di narrare con vivaci colori il noto duello fra gli Orazì ed i Curiazi, nati da genitori che avevano sposato due sorelle gemelle figlie dcll'albaiio Sicinio. Aggiungevano la storia pietosa di Orazia sposa ad uno dei Curiazi, uccisa dal fratello, la " provocatio „ al popolo dell'uccisore e l'espiazione del Tigillo Sororio. Gli Albani non avevano però piegato il capo di buon animo; in una prossima guerra, sostenuta da Tulio Ostilio contro i Fidenati ed i Veienti, Mezzio Fufezio manifestò il mal animo con il tentare di congiungersi coi nemici. Tulio con atto ardito e con presenza di animo sventa la trama, supera i nemici e punisce il duce albano, che fa squartare dai cavalli di due quadrighe fra loro opposte, alle quali erano state legate le mani ed i piedi del traditore. Gli Albani tutti dovettero severamente scontare il
      84 sqq. Varr. apd Auo. d. c. d. VII, 34. Liv. XL, 29, 3. Val. Max. I, 1, 12. Fest. p. 173 M. Plut. Ami». 22. (Aur ] de vir. ili. 3. Lact. inst. 1, 22. (') Plut. Num. 15. o Dion. Hal. II, 63; cfr. III, 1.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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