Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE GUERRE E LE ISTITUZIONI DI TULLO OSTILIO.
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      tuzione ilei feciali, che generalmente sono assegnati a Numa. (') La curia Hostilia posta nel foro, dove avevano principio le falde del Quirinale, era pure giudicata opera di Tulio.
      Sulla morte di questo re, non meno che su quella di Romolo, erano discordi le opinioni degli scrittori. La versione, che fosse venuto meno per malattia, venne sostituita da quella secondo cui sarebbe stato fulminato con tutti i suoi da Giove Elicio, da lui negletto e poi malamente consultato. (*) Altri invece raccontava che Anco Marcio, il nepote di Nuina, il suo successore, avesse colto l'occasione in cui il re doveva fare un sacrificio; una fitta procella mista a nebbia avrebbe concesso a lui ed ai suoi congiurati di entrare, non visto, nella reggia e di uccidere il re ed i suoi figli. Tulio avrebbe regnato trentadue anni. (s)
      Dopo un nuovo interregno, su proposta dei senatori, sarebbe stato eletto Anco Marcio, nipote di Numa da parte di figlia, un principe che per natura sarebbe stato propenso a seguire le orme dell'avo, ma che gli eventi avrebbero invece fatto più simile al valoroso Romolo. (4) Primo suo atto sarebbe stato far pubblicare dai pontefici i commentari scritti dal pio Numa. (J) Ben presto i Prisci Latini lo avrebbero distolto da occupazioni di questo genere; ma la
      (') Ciò. d. r. p. II. 17, 31. Liv. I, 24. Diod. Vili, 22.
      (*) Plut. Nudi. 22, 7; Cass. Dio. fr. 7, 5 Boiss. Questa versione, che possiamo considerare come canonica, era già riferita da Calpurnio Pisonk apd Plin. XXVIII, 14. Livio, I, 31, 5 accoglie invece una versione in cui si tien conto delle due tradizioni ora indicate; ossia dapprima Tulio Ostilio si animala, poi diventa superstizioso e provoca malamente il fulmine che lo incenerisce. Con la versione della sua morte per malattia si collega la notizia della peste, Liv. I, 31, 5, e forse anche l'istituzione della festa albana del novemdiale, cfr. Fest. s. v. p. 177 M.
      (s) Dion. Hal. IH, 35. Secondo il Chron. a. 354 (cfr. Suet. rei. Reift'. p. 319), Tulio Ostilio fece il censo e stabili una legge per punire chi " falsum fecisset „. (') Di Anco come bomis parlava già Knnio apd Fest. p. 301 M s. v. sos. ('*') Liv. I, 32, 2: " sacra puhiica ut ab Nnma instituta erant facere, omnia ea ex conimentariis regis pontificem in album elata proponere in publico iubet „. Dionisio, III, 3G, aggiunge che queste leggi vennero incise sv Spylvxt- o'iv:a-.v e che più tardi, dopo la cacciata dei re, furono raccolte per pubblico uso da Gaio Pinario pontefice massimo. Cicerone il. r. p. Il, 18, 33, tocca assai brevemente di questi re e non accenna a tale pubblicazione della legislazione di Numa.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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