Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. III. - I SETTE IiE DI ROMA.
      varietà sarebbe anzi di gran lunga maggiore se noi, come per Romolo e Remo, avessimo qualche altra biografia del genere di quelle di Plutarco per i rimanenti sei re. Inoltre l'esame di quelle tradizioni che a prima vista paiono compatte, prova invece all'evidenza che esse sono un'amalgama di varie e diverse narrazioni che in età relativamente recente vennero fra loro più o meno abilmente fuse. Quale giudizio si debba recare sulla credibilità di questo antichissimo periodo della storia romana, dicemmo in parte nel capitolo primo e avremo agio di meglio constatare nel presente. Gioverà però prima di ogni altra cosa considerare da vicino, una per una, la vita e le gesta di ogni singolo re.
      Non è necessario far molte parole per dimostrare che come è puro mito il racconto della nascita di Romolo così ò altrettanto fantastico tutto ciò che viene attribuito all'eponimo della città di Roma, eponimo che si suppose esistito per le stesse ragioni per cui si disse che un Mugionio era stato il primo custode della porta Mugonia, un Macello colui che primo aveva posseduto il terreno dove sorse il macello, per gli stessi motivi per cui Aineria e Cenina avrebbero avuto per fondatori 1111 Amerio ed un Cenino, (') ovvero, per uscir fuori del Lazio e dell'Italia si reputò vissuto 1111 Ceramico, eponimo della nota località ateniese. Tralasciamo di esaminare minutamente il contenuto della legislazione romulea. E chiaro, e lo vedremo a suo tempo, che tutte le leggi civili attribuite a Romolo sono frutto di un lungo sviluppo storico. Al fondatore dello stato romano si attribuiscono teoricamente tutte le istituzioni fon-
      sarebbe stata " exitio civitati in quain delata esset „ e che fu trasportata a Suessa Pomezia. notizia che sta a conferma di alcuni dati fornitici dalle monete ed è in opposizione con altro indicazioni letterarie. Su ciò v. il volume di complemento al presente. Livio, IV, 61, 11, parla di una guerra fatta al tempo dei re coutro Artena città dei Veienti, di cui egli non ha fatto menzione ove avrebbe potuto o dovuto. Infine il sacerdozio dei Succiuiani, esistente a Roma da tempo antichissimo, dovette trarre origine da un'antica città del Lazio a noi interamente ignota, e ciò mostra nel modo più evidente come non ci sia pervenuta notizia di fatti che gli antichi devono aver certamente narrato e tentato spiegare.
      (') Su Mugionio v. Paul. ep. Fesf. p. 144 M; su Cenino (0 Cenite) ib. p. 45; su Aniiro ib. 21 ; su Macello v. oltre.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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