Storia di Roma di Ettore Pais
VALORE DELLA TRADIZIONE CIRCA LE GESTA DI ROMOLO. 2G5
(lamentali dello stato, come a Minosse si attribuì la legislazione di Creta, a Zaleuco quella di Locri, a Licurgo ed a Solone quella di Sparta e di Atene. E poiché il primo re era stato descritto quale uomo dedito alle armi, era naturale che su di lui si fosse accentrata la creazione di tutti gli istituti civili come il senato, il patriciato, le curie. Tuttavia gran parte delle istituzioni religiose aveva pure carattere politico e civile; per ciò anche queste erano state da alcuni attribuite a Romolo, in contraddizione con altri scrittori, che tutto ciò che si riferiva ai culti assegnavano a Numa. Basti ricordare il culto di Vesta e la creazione delle vestali, dacché, mentre la maggioranza degli antichi asseriva che di ciò Numa fosse stato l'autore, altri facevano osservare, e dal lato teoretico non senza apparenza di ragione, che non aveva potuto trascurar un culto di origine albano, che simboleggiava la vita dello stato, il fondatore di questo, che era egli pure di sangue albano, e per giunta tiglio di una vestale. (') La storiografia romana, a partire da Catone, valendosi dell'ampia e progredita scienza politica greca comprese che lo stato romano non poteva esser opera di un solo, ina che, per servirci di parole moderne, era frutto di lunga evoluzione. (:) Perciò cercò distinguere l'opera successiva dei vari re, attribuendo a diversi personaggi parti pure distinte delle istituzioni pubbliche e religiose. Ma allorquando incominciò questo lavorio, la figura e la storia dell'attività dei singoli re era già formata e si poteva solo discutere su particolari e raffazzonare un patrimonio letterario già divulgato. Del resto quanta fosse l'incertezza ed il volgare empirismo degli antichi, basterebbe a dimostrarlo la via da essi tenuta per spiegare il numero delle curie romane. Come è noto gli antichi avevano detto che Romolo alle trenta curie aveva imposto il nome delle trenta donne sabine che erano state rapite. A far ciò asserire potè forse contribuire il nome di alcune di queste curie, come Rapta e Titia, che parevano rammentare il ratto delle sabine. Certo non si può non sorridere pensando alla sicurezza con cui Valerio Anziate,
(') V. Dion. Hal. II, 65. Plut. Rom. 22. O Cat. apd Cic. d. r. p. II, 21, 37.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (288/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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