Storia di Roma di Ettore Pais

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      2       CAP. 111. - 1 SETTE UE DI ROMA.
      feste delle none Caprotine (7 Luglio), che si facevano appunto in questa regione. (l) Secondo altro versioni quella stessa festa era spiegata con avvenimenti dell'età gallica, allo stesso modo che con questi stessi posteriori avvenimenti, da altre versioni, era collegata la festa delle Matronalia, elio abbiamo visto illustrata con il ratto delle donne di Genina. La morte di Romolo viene del resto lissata alle none Caprotine, per quello stesso motivo per cui alcuni lo dicevano ucciso nell'area di Vulcano. Il giorno della sua nascita e quello della morte, al pari dei dì della nascita e della morte di Eracle, furono connesse con il corso del sole (-) e per un'analoga ragione, secondo diverse tradizioni, Romolo sarebbe stato spento il 17 Febbraio, il dì delle Quirinalia, vale a dire in uno degli ultimi giorni dell'antichissimo anno romano. (')
      Alla morte di Romolo, come a quella di Numa e di Tullio, tien dietro l'interregno ed il governo dei senatori ; laddove per i re posteriori si presuppone un diritto ereditario, turbato nel fatto dalla usurpazione. Ala mentre per i re successivi si parla assai vagamente di interregno, senza fissarne la durata, a proposito di quello succeduto alla morte di Komolo da taluni autori si faceva menzione esplicita della durata di un anno. (*) Por le età un poco meno oscure, per cui esisteva qualche barlume di luco, non era possibile parlare di un interregno senatorio durato un anno, di cui non si serbava ricordo storico; ma la pseudo storia costituzionale di Roma mirava a cercare la legittimità di tutte le formo e di tutte le magistrature. Era naturale che questo istituto, che nell'età storica, e sopratutto nel periodo della massima potenza del senato, ebbe applicazione per qualche serie di giorni, venisse collegato con la prima
      (') Dion. Hal. II, 56. Pi.ut. Jtom. 29. Lampr. Comm. 2, 2.
      (*) Plut. de /'ori. Jtom. 8.
      (') Oviu. fasi. II, 490 sqq.; cfr. Silv. apd C1L. V, p. 310. Anche nelle parole di Ovidio " sol fugit cet. „ confrontate con quelle di Plutarco, l. c. si rivela la trasparenza del mito.
      (') Di un anno intero fa menzione Livio, I, 17, 6. Plutarco, Xum. 2, conosce invece una tradizione secondo la quale i 150 senatori si sarebbero succeduti ogni dodici ore, di modo che ognuno governasse sei ore del giorno e sei della notte.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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