Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. Ili. - I SETTE RE DI ROMA.
Romani, ossia la copia fedele di quel legislatore che avrebbe introdotto non solo le monete di ferro, ma tante altre usanze e leggi politiche, che i Romani credevano avere o apprese o ereditate da Lacedemone. Anche la pretesa derivazione dell'istituto dei feciali dagli Equicoli ò un dato che non ha valore di sorta. Al re fondatore delle regole del giusto, contrapposto al fiero Romolo figlio di Marte, era naturale attribuire una istituzione di carattere equo, ed è poi manifesto che la falsa etimologia dell'equo dagli Equi (un popolo di briganti), die vita alla pretesa derivazione storica del diritto feciale, che si riferisce, come mostra la natura giuridica dell'istituto stesso, ad età molto più avanzata, quando le forme legali si sostituirono alla guerra fatta senza previa intimazione. (l) Ma anziché
indugiare in simili osservazioni assai facili ed ovvie, reputiamo utile indagare il significato del nome di questo re. Il gentilizio Pompilio, che in altra forma romana risponde a Pomponius, dette certo origine alle pretese dei Romponi plebei, di considerarsi quali discendenti di Nnma; ma tal nome non fu escogitato da codesta gente, che solo assai tardi ebbe parte notevole nelle pubbliche vicende dello stato. (•) Nessuno ignora che gli antichi, non senza qualche fondamento, ave-
(') Dall'Autore dell'opuscolo de praenom, 1, che agli Equicoli attribuisce tanto Fertor Kesins, il fondatore del diritto feziale, quanto Septimo Modio (che ricorda il Modio di Cures) e da Servio, ad Aen. VII, C95, che il diritto feciale fa venire dagli Aequi Falisci, apparirebbe che non tutti pensavano alla gente dei veri e propri Acquicoli del centro dell'Appennino. Il Mommsbn ad CU*. I1, p. 202, crede che il nome stesso di Fertor Resins sia formato per effetto di giuoco etimologico 'come l'equo dagli Equi) e suppone " ex ferendis rebus „. E inoltre lecito pensare sia stato foggiato dall'appellativo Feretrio del Giove connesso con i feciali; gli antichi facevano spesso etimologie cos'i strane v. s. p. 277, il. 3 a proposito di Ti(to) Ta(zio). Che il culto di Giove Feretrio fosse in relazione con la equa guerra fatta dai feciali ci è espressamente tramandato, Paul. cp. Fest. p. 92, s. v. Feretrins Iuppiter; cfr. Marquardt-Wissowa, roem. Staatsrericaltnny, 11IJ, p. 425.
(2) Le pretese dei plebei Pomponi di riattaccarsi a Numa sono espresse tanto dalla tradizione letteraria, Plut. Xwn. 21, quanto dalle monete del I secolo a. C. di codesta gente, v. Baiiklon, wonn. d. I. r. rom. II, p. 359. La forma Pompilius per Pomponius come di gens nobilis ò ricordata da Paul. p. 86 M s. v. familia, e compare realmente per l'età dei Gracchi, v. Fest. s. v. malo cruce p. J50 M. Con Numa, forse (non meno che con qualche Mettius) per mezzo della gens Poniponia, si doveva riconnettere quel Mettius Pomponiantis che fu
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (309/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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