Storia di Roma di Ettore Pais

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      numa pompilio, 1 pompili ed i pontefici. 287
      vano asserito che il nome (lei pontefici stava in relazione con quello di * pons, „ e particolarmente con quello del * pons Sublicius, „ che si diceva fatto da Xuma o da Anco, e che veniva realmente man mano restaurato per cura del collegio dei pontefici. (*) Ma è ancora più sicuro che la parola " pontifex „ e Pompilio stanno in stretta relazione con quella che nell'antico latino e nei dialetti umbro-sabellici, sino ad età relativamente tarda, indicava il numero di cinque. (-) Cinque, secondo la tradizione meno priva di valore, furono i primi pontefici. (3) Può pertanto snppoisi che il nome dei " pontifices „ da principio stesse in relazione con il numero difatto uccidere da Domiziano " quod liabere imperaloriani genesi in vulgo fere-batur „ Suiir. Doni. 10, cfr. ì'esp. I. 4. 1 Poni poni arrivarono al consulato solo nel 233 a. C.
      (') V. i passi apd Makquaudt-Wissowa, o/>. cit. p. 236.
      (') Accetto pienamente le dottissime osservazioni del Bukciieler, L'mbrica, p. 140. cf. 152, che le pompediae delle tavole iguvine confronta con nsvts e T:s;i7:à~«iv, con i pontes romani e con l'ufficio dei pontifices. L'osco pomtis risponde al latino quinqne come Pontius o meglio Pomptius (ci. Pompeius» è il latino Quintus. I nomi di Ninna Pompilio li vedo casualmente riuniti in quelli di un magistrato mamertiuo di Messami e di suo padre, v. Mommsen, unterit. Dialekte, p. 103 " Pompties Niymsdieis = Poiiiptius Nninerii lilius.
      (*) Cicerone, d. r. p. IT, 14. 26. dice espressamente che Ninna " e principimi numero pontifices quinque praefecil „. 11 Momhskn, roern. Staatsrecht, II2, p. 20, cfr. III, p. 110, crede invece che a questi cinque vada aggiunto il rex e che in origine i pontefici fossero tre, come gli auguri, Cic. d. r. p. 11. 9, 16, ossia uno per ciascuna delle tre tribù, lo credo, e sia detto con il più grande rispetto, che il Mommsen, dia troppo peso al fatto che la legge genitiva, cap. 67, conferma il numero di tre pontefici, e penso che non verrebbe maggior conferma a tale teoria se anche possedessimo documento più antico. Dopo tanto studio teorico sui * sacra „ e sulle istituzioni romane, a partire dai Scevola e dagli Inni, dopoché il numero degli auguri, dei pontefici, delle vestali, era stato messo in relazione con le tre tribù primitive, era naturale che le forme vive del diritto sacro e civile, sopratutto nelle istituzioni coloniali, si adattassero alle convinzioni ormai vigenti a Roma circa la genesi e la natura di tali istituti. Con codesta teoria dei tre pontefici sta in opposizione anche l'antica versione secondo cui le prime vestali furono non tre, bensì quattro.v. s. p. 242. Lo studio delle istituzioni municipali mostra d'altra parte come nei municipi o nelle colonie si applicassero man mano le forme meno antiquate della costituzione sacra e civile, la quale a Roma non meno che altrove si modificò continuamente. Di tuttociò dovremo naturalmente discorrere daccapo e più ampiamente a suo luogo.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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