Storia di Roma di Ettore Pais
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CAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
pare una duplicazione di Mezio Curzio del tempo di Romolo, uno dei duci sabini giunti con Tito Tazio per vendicare il ratto delle vergini; e questa ultima identificazione apparirebbe confermata del fatto che anche sotto Tulio Ostilio si parla di ratti a proposito di Sabini e dell'asilo istituito da Romolo. La differenza sta in ciò che la tradizione letteraria, volendo distinguere le traccio della unità del racconto, trasforma le sabine rapite dai Romani in Romani rapiti dai Sabini, racconto che, 'del resto, viene daccapo riferito per i primi tempi della libera repubblica. Che però si tratti dello stesso fatto, mostra tutto il complesso delle narrazioni e la circostanza che anche a proposito del ratto di Romani fatto dai Sabini, si parla dell'asilo romano, dove i Sabini avrebbero avuto ricetto. (l) Le gesta di Tulio contro i Veienti appaiono anch'esse semplici duplicazioni degli stessi pretesi avvenimenti attribuiti a Romolo, dacché una guerra veiento non avrebbe dovuto apparire se non dopo i cento anni di tregua pattuiti da Romolo. ('•') Dei fatti guerreschi riferiti esclusivamente a Tulio Ostilio ben pochi sono quelli che hanno una fisonomia distinta. Tali si presentano, a primo aspetto, la spedizione di Cluilio, che muore presso le fosse Clnilic, ed il duello fra i trigemini albani e romani a cui tien dietro l'uccisione di Orazia da parte del fratello vincitore.
La storia di Cluilio che muore là dove sorgevano le fosse Cluilie, fu suggerita da un semplice motivo topografico, non meno degli altri racconti teste enumerati. Le fosse Cluilie, poste alla distanza di circa cinque miglia da Roma, segnavano, per quel che sembra, il confine del vetustissimo territorio romano. Il nome di Cluilio, ancorCieli, i Geganì, i Servili, i Curiazì, i Quinzì che a Roma vengono ni tempo di Tulio OstiHo, Dion. Hal. Ili, 29; Liv. I, 30.
(•) Liv. I, 30; Dion. Hal. Ili, 32. Cfr. Liv. II, 18, ad a. 501 a C., dove le vergini sabine sono trasformate in * scorta „ rapite a Roma dai Sabini; lo stesso complesso di fatti si collega forse con i ludi del 425 a. G'., Liv. IV, 35, v. anche Ihniì, roem. Geschichle, I2, p. 32 sgg.
(*') Livio, I, 30, si accorge di ciò, dove parla della guerra veiente di Tullio, ma della diversità delle due tradizioni trova una magra spiegazione nel carattere non pubblico dell'aiuto dato dai Veienti ai Sabini. La versione meno illogica fa spirare la tregua dei cento anni al tempo di Servio Tullio, Liv. I, 42.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (317/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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