Storia di Roma di Ettore Pais

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      ESAME DELLA LEGGENDA DEGLI GRAZI E DEI CURIAZI. 297
      via che veniva dalle Carine, posta sotto a quella clie conduceva al vico Ciprio, i Romani, per espiare l'uccisione della giovane Orazia eressero due are, una in onore di Giano Curiazio, l'altra di Giunone Sororia. Sopra queste are venne infisso un trave, che era chiamato il trave della sorella, e Tigillum Sororium „. (') Sotto questo legno, al pari dei prigionieri di guerra costretti di curvarsi sotto l'asta, dovette pur passare l'uccisore di Orazia; questa sacra cerimonia veniva mantenuta nelle età successive, per cura dei discendenti di Orazio. (') Considerando attentamente i vari elementi della leggenda appare manifesto che ci troviamo davanti ad uno dei tanti miti localizzati nelle porte di Roma. Il Tigillo Sororio, adorato esso stesso come una divinità, ossia come Iupiter Tigillus, (3) non eia altro che quella porta dell'antico Settinionzio, che si apriva là dove il monte Velia si congiungeva con l'Esquilino. Questa porta, al pari di altre dell'antichissima Roma, era sacra a Giano Quirino (d'onde il nome di Curiazio) ed insieme alla sua sposa e sorella Giunone, onorata sotto il nome di Mora Quirini, e che dalla leggenda è trasformata in Orazia fidanzata al cugino Curiazio. (J) Siamo di fronte ad una leggenda inerente ad una porta, analoga a quella del pretore Cipo Genucio a cui, nell'uscire dalla porta Raudusculana, spuntarono le corna, ma piti simile a quella della porta Carmentale, sacra essa pure a Giano ed alla sposa di lui Carmenta, che per 1111 tratto caratteristico collegato alla leggenda dei Fabi fu detta: K la porta Scellerata „ (a) allo stesso modo che * Sceleratus „ fu chiamato il vico che si trovava proprio accanto al Tigillo Sororio, dove Tullia sarebbe passata sopra il cadavere del padre. Più tardi la cerchia dell'antichissimo Settimonzio si allargò, e la porta dove era il " Tigil-
      (') iav. I. 26, 13. Dion. IIal. III, 22.
      (*) Liv. I. 26. Paul. ep. Fest. 307. Auct. d. rir. ili. 4, 9. Scliol. Bob. in Mit. p. 277 Or.
      (3) Aug. d. c. d. VII, 11, cfr. A et. Arr. ad. d. 1. Oct.
      (*) lamis nei libri sacri, era detto Qnirinus (vale a dire protettore dei Quiriti e delle Curie e quindi Curiazio) v. Macrob. I. 9, 15, cfr. Liv. I, 32. 10. Giunone era detto Hora Quirini. Enn. apd Non. 121, 1. Ovid. mei. XIV, 851, gell. SA. XIII, 23, 2.
      (5) V. nel cap. sg.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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