Storia di Roma di Ettore Pais
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CAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
degli Einili Mamercini (ed in misura anche maggiore di quei Marci che con tante benemerenze verso la plebe avevano saputo guadagnarsi il partito popolare). (l) Anco Marcio ò addirittura trasformato in un predecessore di Gneo Flavio e di Appio Claudio il Censore, allorché di lui si racconta che pubblicò i commentari e le leggi del pio re Numa. 0)
Parte delle azioni militari attribuito a Tarquinio Prisco sono, e lo abbiamo già fatto notare, duplicazione di quelle che egli avrebbe compiute come luogotenente di Anco. (3) Ma la tradizione assegna a questo re imprese le quali oltrepassano ad un tratto, con brusco salto, lo stretto orizzonte politico e geografico al quale avevamo sin ora esteso lo sguardo. Tarquinio non combatte soltanto contro i vicini Latini, ina doma tutto il Lazio e se lo fa soggetto; non guerreggia con i pochi comuni Sabini, posti al di qua dell'Amene, ma contro tutta la gente Sabina; 11011 si limita a reprimere le scorrerie dei Fidenati e degli inseparabili Veienti, ma spinge le sue armi contro tutti e dodici i popoli dell'Etruria. Ed ora, per la prima volta, sentiamo parlare di Cere, di Tarquinì e di Vetulonia, poste sulla stessa costa tirrena, e persino dello discoste e mediterranee Chiusi ed Arezzo. Ciò non si adatta in nessun modo alle condizioni politiche del principio del secolo VII, intorno al quale gli stessi Italioti e Sicelioti poco 0 nulla potevano narrare, ina bensì a quelle ben note del IV a. C. TarquinS, a confessione della stessa storiografia romana, non venne in rapporti guerreschi con Roma prima del 39S a. C.; (') e solo dopo il 353 dovettero nascere le prime guerre conin rapporto con una matrona della gens Domitia, fa nascere il sospetto che si trovasse nelle vicinanze della casa del pontefice Domizio Calvino, il restauratore della Regia dei pontefici che le case sue aveva sul monte Velia (v. Fbst. s. v. Muti ni Titini, p. 154 M) dove appunto la reggia avrebbe avuta anche il re Anco Marcio, Sol. I, 23 p. 6 M.
(') fi carattere popolare di Anco è rilevato sopratutto da Virgilio, Aen. VI, 815 sq.: " quem iuxta sequitur iactantior Ancus , nunc quoque iam nimium gaudens popularibus auris „. (') V. al cap. IV. (') Dion. Hal. Ili, 39 sqq.
(*) Liv. V, 16, 1 " eo anno Tarquinienses novi liostes exorti „.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (333/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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