Storia di Roma di Ettore Pais

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      355 CAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
      che si diceva fondato da Servio, fosse di carattere esclusivamente plebeo. Sappiamo che quivi era un asilo per i servi fuggiaschi, (') e d'altra parte ò più che sicuro che questo colle fu, sino a tarda epoca, occupato dai plebei. Sappiamo inoltre che il giorno degli Idi di Agosto, la festa dei servi, era collegato con la dedica del tempio fatta dal re Servio. (3) Ma questo giorno era pure quello della festa di Diana di Alicia, onorata nel bosco di Nemi, centro della antichissima confederazione latina. (4) Questo bosco sarebbe stato dedicato, prima ancora che i Romani conseguissero la supremazia sui Latini, dal dittatore Tusculano Egerio a nome delle città confederate. E molto discutibile se questo dittatore tusculano, ricordato dal pur tusculano Catone, sia una personalità storica o invece anch'egli sia la personificazione di un dio; ma è certo che nel bosco di Nemi era adorata la ninfa Egeria, l'amante di Numa. Il culto di Diana di Nemi era collegato con il suo sacerdote. Questi doveva essere un servo; aveva il nome di re, e solo mediante l'uccisione del suo predecessore poteva giungere a tale ufficio, (5) che in tarda età, cambiati i costumi e i sentimenti, era coperto da gente della peggior risma. (c) Ci è ancora riferito che le cerimonie del culto di Diana nemorense venivano regolate dai pontefici romani secondo
      (') Fest. p. 343 s. v. servoruin dies. Sulla lex di Diana Aventinense a Sa-lona v. 67/,. Ili, 1933; cfr. Liv. III, 31.
      (2) Secondo la * lex Icilia de Aventino publicando „ si stabilisce di dividere la lena di quel colle dr,póxa'.f, Dion. Hal. X, 31 cfr. Liv. III, 31. Ivi, come è noto, giungeva l'acqua condottavi dal censore Appio, il ben celebre fautore della plebe. Con il carattere servile dell'Aventino si collega la leggenda di Cipo Ge-nucio uscito dalla porta Raudusculana (Cipo con le corna di cervo sta in rapporto con Acteone, v. Plin. SII. XI, 123, e con i cervi, ossia gli schiavi fuggiti, v. Fest p. 343 s. v. Servoruin dies) e forse anche quanto sulla porta Nevia si dice nel lacero passo di Festo p. 260 M, c. 2" = p. 174 TI), d. P. Sul clivo Orbio o Virbio v. oltre p. 336, n. 1.
      (3) Fest. p. 343 M s. v. servoruin dies. Mart. XII, 67, Plct. q. Itom. 100, cfr. i calendari CIL. \\ p. 325.
      (4) Stat. Siir. Ili, 1, 59 sq.; cfr. lex collegi Lanuvini CIL. XIV, 2112.
      (*) Stat. I. c. 55 4 lamque dies aderat profugis cuin regibns aptuin „.
      (c) Sul rex memorensis, v. Ovn>. fast. Ili, 271. Strab. V, p. 239 C. Paus. II, 27, 4. Suet. Cai. 35 Serv. ad Aen. VI, 136.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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