Storia di Roma di Ettore Pais
369 CAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
l'eponimo del colle Celio che avrebbe occupato, ossia è 1111 essere mitologico da mettersi accanto ai re albani Tiberino ed Aventino.
L'ulteriore esame delle gesta dei Tarquini conduce allo stesso risultato. Buona parte di quello che si racconta del Prisco, come buona parte di ciò che si dice del Superbo, va relegato nel regno della leggenda, ed a seconda dei casi, nel campo del puro mito od in quello delle deliberate falsificazioni storiche. Quasi tutto ciò che viene attribuito al Superbo, è infatti assegnato in pari modo a Tarquinio Prisco, che i più antichi facevano suo padre, e che poi, per ragioni d'indole cronologica fu trasformato in suo avo. (l) Le somiglianze risalgono sino al tempo in cui Lucio Tarquinio Prisco avrebbe abbandonato l'etrusca Tarquini. Arnnte, il fratello che muore per primo, avrebbe lasciato nella povertà un figlio, detto per ciò Egerio, che più tardi dal Prisco è fatto signore di Collazia. (5) Ebbene, il Prisco stesso dà vita a due figli, detti del pari Lucio ed Arunte, ed anche il secondo Arnnte, non più fortunato del primo, tolto di vita dall'insidie della moglie Tullia, non vede il fratello salire sul trono di Roma. Con la memoria del primo Tarquinio era strettamente collegato l'aver votato il tempio di Giove Capitolino, l'aver preparato il terreno per il nuovo edificio, l'intro-
(') I moderni hanno talora dato troppo peso alle osservazioni dell'annalista L. Calpnrnio Pisone (accettate da Dionisio che le fa sue, e conosciute tanto da Livio quanto dall'imperatore Claudio, v. s. p. 253), il quale in base a calcoli cronologici cercava dimostrare che il Superbo non poteva essere stato figlio ma solo nipote di Tarquinio Prisco e di Tanaquilla. Tutta questa questione non ha valore storico e non si presta ad una critica seria. Quando mai la poesia e la leggenda si sono occupate della esattezza cronologica? È curioso che qualche scrittore antico avendo notata questa incoerenza trovasse un rimedio con il fare il Superbo figlio di Gegania, che sarebbe stata !a prima moglie di Tarquinio. Dionisio, IV, 7, dichiara che di codesta Gegania nessuno sapeva dire nulla e che non figurava nella storia. Dionisio con ciò prova sempre più come egli ripetesse materialmente le sue fonti e non facesse indagini personali. Gegania era infatti nota a Valerio Anziate, (che Dionisio sul bel principio della sua opera, I, 7, dichiara di conoscere) ed agli altri autori noti a Plutarco, <ìe fort. Rom. 10; cotnf». 1j>jc. et Xum. 3. II che prova per un altro lato come siano su falsa via coloro che delle biografie di Plutarco cercano la finite quasi esclusiva in Dionisio. O Liv. I, 34 ; 38.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (369/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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